Pisa, 22 settembre 2021 – Chiusura per la ventesima edizione di Anima Mundi venerdì 24 in Cattedrale, ancora una volta con un programma monografico: Hansjörg Albrecht e i suoi leggendari complessi, il Coro e l’Orchestra Bach di Monaco, in tre pagine sacre di Franz Schubert, Messa in fa maggiore, Salve Regina e Magnificat.
Nella storia creativa di Franz Schubert la musica sacra figura come uno dei pochi settori vissuti, o cercati di vivere, con una professionalità normale: neanche in questo campo gli riuscì mai di ottenere un incarico stabile, ma poté perlomeno ricevere commissioni e sapere eseguiti i suoi lavori. Finita di comporre il 22 febbraio 1814, la Messa in fa maggiore D 105 era stata richiesta a Schubert per le celebrazioni del centenario della chiesa di Lichtental, suo paese natale oggi sobborgo di Vienna. È la prima delle sei – sette con la Messa tedesca D 872 – scritte da lui nell’arco di quattordici anni. È anche la sua prima composizione di ampie proporzioni e autenticamente impegnativa. Ebbe la sua prima esecuzione il 25 settembre di quell’anno, diretta da Schubert stesso alla testa di forze ragguardevoli, una bella occasione per un diciassettenne con poca esperienza e ancora minore notorietà. Schubert la affrontò con impegno totale, dando vita a una partitura lavorata con cura e sapienza e forte di una comunicativa immediata. Composto nel 1816, il Salve Regina D 386 per coro a cappella è il terzo dei sei confronti di Schubert con l’Antifona Mariana attribuita a Hermann di Reichenau, o Hermannus Contractus, realizzati per organici diversi: anzi il quarto su sette, se consideriamo anche quello in tedesco per coro e organo D 379 composto nello stesso anno. Con tutta probabilità sempre per la parrocchiale di Lichtental fu composto nel 1816 il Magnificat D 486. Schubert diciannovenne ci espresse tutta l’abilità professionale ormai maturata unita a un’inventiva melodica ricca e felice, insinuando in un contesto in complesso ancora vicino ai modelli del classicismo viennese molti dei connotati che avrebbero poi nutrito la sua produzione più personale.
Hansjörg Albrecht, direttore d’orchestra, organista e clavicembalista, è direttore artistico del Coro e l’Orchestra Bach di Monaco e docente al Mozarteum di Salisburgo. Originario di Freiberg (Sassonia), ha ricevuto la sua prima educazione musicale nel Kreuzchor di Dresda, rinomato coro di voci bianche; ha poi studiato direzione d’orchestra e organo ad Amburgo, Lione e Colonia. Presente insieme ai suoi complessi nelle stagioni di diverse istituzioni musicali italiane, ha diretto vari complessi sinfonici italiani, tra cui l’Orchestra Nazionale della Rai di Torino, l’Orchestra della Toscana e l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.
Complessi fondati da Karl Richter negli anni Cinquanta, il Coro e l’Orchestra Bach di Monaco, interpreti di riferimento della musica bachiana, si imposero a livello internazionale con importanti tournées concertistiche, registrazioni discografiche e produzioni radio-televisive realizzate con i maggiori interpreti dell’epoca.
Il pubblico di Anima Mundi avrà la possibilità di sostenere, attraverso libere offerte, alcuni progetti di solidarietà e assistenza sul territorio. L’iniziativa è promossa dall’Arcidiocesi di Pisa-Caritas Diocesana. Il progetto di questa sera è “Mense dei poveri”. Più di 32mila pasti nel 2020. Più di 790 persone diverse incontrate. Sono i numeri di una povertà radicale, segno concreto che ci sono individui nel nostro territorio che non hanno neppure l’essenziale per sopravvivere. La mensa del Cottolengo, l’unica rimasta sempre aperta da marzo 2020, ha raggiunto il picco di 126 presenze giornaliere. La mensa è la prima risposta alla domanda “aiutami a sopravvivere” che incontriamo al Centro d’Ascolto. Un servizio totalmente a carico della comunità ecclesiale che ci permette di farci prossimi alla vita resa ultima e risponde all’invito di Gesù “date loro VOI STESSI da mangiare”.