Pisa, 2 settembre 2016 – Torna sul tema della sicurezza urbana che tanto interessa imprenditori e commercianti, il giorno dopo la convocazione del Comitato per l’Ordine Pubblico in Prefettura, il direttore di ConfcommercioPisa Federico Pieragnoli: “Basta tavoli, basta parole, adesso ci vogliono fatti. E’ quello che si aspetta la città, le imprese, i cittadini. Negli anni abbiamo ripetutamente incontrato interlocutori diversi, che non hanno lesinato promesse e buone intenzioni, ma alla fine il risultato è sotto gli occhi di tutti, con zone della città sottratte al controllo, abusivismo imperante, imprenditori derubati e assediati nelle loro attività. Ora è il momento del massimo sforzo per invertire sul serio questa deriva”. Rubricare tutto questo come una semplice percezione soggettiva non trova affatto d’accordo il direttore della Confcommercio di Pisa: “Non si può sminuire in questo modo quella che è una fotografia realistica e corrispondente alla situazione in città. Se non è sufficiente l’esperienza sul campo che gli imprenditori sperimentano tutti i giorni, basta riprendere la relazione del presidente del Tribunale di Pisa di alcuni mesi fa, inviata allo stesso Ministro dell’Interno Alfano, per capire la gravità del fenomeno. Una istantanea che registra impietosamente il diffondersi di fenomeni di microcriminalità che hanno alterato profondamente le caratteristiche di una città come Pisa, e il rischio concreto di un ulteriore salto di qualità di bande criminali verso delitti di maggior rilievo come rapine, estorsioni, furti, usura; l’esistenza di una domanda costante di sostanze stupefacenti, che ha attirato numerosi clandestini, che vanno ad ingrossare le fila di un esercito di piccoli spacciatori; e ancora, i tanti clandestini che non sono riusciti ad inserirsi nel florido mercato della droga, insieme ai numerosi sbandati affluiti senza controllo da ogni parte del mondo e che insieme vanno ad alimentare le file di coloro che vivono di furti, rapine, ricettazione. Per non parlare della contraffazione, che negli anni ha registrato sequestri di merce per un controvalore di oltre 33 milioni di euro. Insomma, di soggettivo in tutto questo c’è poco o nulla, senza considerare l’ulteriore fatto che molti, forse troppi, ormai del tutto scoraggiati, rinunciano persino a denunciare”.
“Massima disponibilità e collaborazione, ognuno secondo le proprie specifiche competenze e responsabilità” – questa la conclusione di Pieragnoli – negozi, locali, attività commerciali sono presidi naturali di legalità, ma è chiaro a tutti che non possono essere abbandonate al loro destino”.