Pisa, 10 giugno 2020 – Si è tenuta ieri mattina in videoconferenza la Conferenza Università Territorio convocata dall’assessore alle politiche socioeducative e al diritto allo studio Sandra Munno. Alla riunione hanno partecipato tutti i componenti della Conferenza, compresi il Sindaco Michele Conti e il Rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella. All’ordine del giorno il confronto sulla ripresa delle attività istituzionali nella fase post COVID-19. E proprio su questo argomento il Sindaco Conti ha rivolto al Rettore un accorato appello affinché l’Ateneo riprenda le lezioni in presenza già a partire dal prossimo settembre, all’avvio dell’Anno Accademico 2020-2021.
«Chiedo al Rettore di rivedere la scelta di non riprendere le lezioni in presenza neanche per il primo semestre del prossimo Anno Accademico – ha dichiarato Conti -, una decisione che per la città è devastante sia sotto il profilo economico, sia per lo stesso Ateneo, che può rischiare anche un calo di iscrizioni. Prendo atto che il Senato Accademico è andato in questa direzione, ma sento anche il parere di molti docenti universitari che si esprimono in modo nettamente contrario a questa scelta. Il rischio è che molti ragazzi e le loro famiglie sceglieranno gli Atenei di altre città. Mi risulta, ad esempio, che a partire da settembre 2020, l’Ateneo di Firenze sarà di nuovo accessibile per uno svolgimento della didattica che permetta la presenza contingentata degli studenti nelle aule secondo l’orario previsto dal calendario didattico, oltre a dare la possibilità di seguire le lezioni online a chi lo volesse.
Su questo aspetto mi sarei aspettato una posizione chiara anche da parte della Regione Toscana, in particolare dall’assessore competente Monica Barni che ha la delega ai Rapporti con Università e centri di ricerca e che, credo, avrebbe dovuto coordinare i tre Atenei e favorire una posizione univoca rispetto a questo tema. Continuare con le lezioni a distanza – prosegue Conti – è una scelta temeraria anche su un altro fronte: far passare il concetto che l’Università si può seguire online e che questa modalità utilizzata per far fronte a un periodo ristretto di emergenza, diventi strutturale. Se, infatti ,uno studente può fare lezioni online, per quale motivo dovrebbe scegliere Pisa? La didattica in presenza, ne abbiamo avuto tutti esperienza quando eravamo studenti, è migliore e temo non basterà il riconosciuto prestigio dei docenti per trattenere le iscrizioni a Pisa. una scelta che potrebbe essere non più recuperabile nei prossimi anni , con conseguenze che si protrarranno anche nel futuro».
«E’ noto che città di medie dimensioni, come appunto Pisa – prosegue Conti – grazie alla loro vivibilità, possono costituire la sede ideale per istituzioni di studio e ricerca. Le strutture universitarie sono a Pisa un asse fondamentale della vita culturale e economica della città, un patrimonio che non va messo a rischio né disperso con scelte unilaterali sbagliate. Ho avuto modo di parlare di questi temi, insieme al professor Dringoli, con il Rettore Mancarella già alcune settimane fa, per condividere preoccupazioni e offrire collaborazione per una possibile soluzione nell’interesse della città e dell’Ateneo ma, purtroppo, con amarezza devo ammettere che ho trovato un atteggiamento di chiusura, lo stesso registrato nella Cut di stamani. Nonostante questo ho dato la mia disponibilità a fare tutto il possibile, come amministrazione comunale, per supportare l’Ateneo qualora decidesse di tornare sulla decisione presa e garantire lezioni in presenza da settembre. Anche, se ci verrà richiesto, con la disponibilità a mettere a disposizione temporaneamente alcune strutture del patrimonio del Comune per svolgere le lezioni. Su questo tema trovo, però, curioso che alcune forze politiche e anche il Presidente di Anci Toscana chieda al Comune di intervenire per trovare soluzioni: l’Università dispone in città di un cospicuo patrimonio immobiliare, molto del quale attualmente inutilizzato, che può servire in questo momento per gestire una situazione straordinaria. Basta solo volerlo e organizzarsi. Gli studenti pagano le tasse all’Università di Pisa che ha le risorse necessarie per rimodulare la didattica rispettando tutte le norme di sicurezza».
«Le Università, i centri della ricerca scientifica e dell’alta formazione, fortunatamente concentrati a Pisa – conclude Conti – sono istituzioni strategiche in generale per lo sviluppo del Paese e in particolare del loro territorio di riferimento, nella misura in cui, oltre a perseguire le finalità tradizionali della didattica e della ricerca di base, riescono anche a creare intorno a loro una rete di collegamenti con i vari sistemi in cui si articola la società, da quello economico a quello scolastico, da quello dei servizi a quello della pubblica amministrazione. Spero che tutti insieme, si riesca a trovare una soluzione per mantenere a Pisa questo valore e il vantaggio competitivo che abbiamo maturato negli anni rispetto a molte altre realtà d’Italia».