E’ la proposta avanzata dall’ex consigliere comunale Andrea Romano al sindaco Nogarin. —(riportiamo integralmente la lettera giunta in redazione)—
Qualcuno si ricorderà che il CSM bocciò per ben due volte Giovanni Falcone, prima nel 1988 quando gli preferì un certo Mele per guidare l’ufficio istruzione della procura di Palermo e poi nel ’92 quando gli contrappose un altro magistrato per la nuova superprocura antimafia. Dopo pochi giorni Falcone saltò in aria nell’attentato di Capaci, insieme alla moglie e alla scorta. Alcuni giorni prima dell’attentato dichiarò: “mi hanno delegittimato, stavolta i boss mi ammazzano”.
In questi giorni il giudice Nino Di Matteo, protagonista delle inchieste antimafia di Palermo, perennemente minacciato dai boss e sotto scorta, si è visto respingere dal CSM guidato dal renziano Legnini la sua richiesta di trasferirsi alla procura antimafia, a cui il CSM stranamente preferisce candidati con molta meno esperienza nella lotta alla criminalità organizzata. Per completare l’inquietante deja vu, nei mesi scorsi è stata diffusa un’intercettazione in cui Totò Riina confidava ad un altro detenuto la volontà di far fare a Di Matteo “la fine degli altri”.
Per evitare di piangere sempre sul latte versato, come capita sempre agli italiani, è auspicabile una mobilitazione istituzionale per spingere il CSM a tornare, stavolta, sui propri passi, evitando di delegittimare in modo tanto clamoroso un magistrato così esposto e impegnato. A questo proposito, propongo al sindaco Nogarin e al Consiglio comunale di conferire a Di Matteo la cittadinanza onoraria di Livorno, così come hanno fatto Torino, Modena e Messina.
Andrea Romano – Resistere! Azione Civica