Pisa, 17 febbraio 2018 – “Quando dicono che la politica è in crisi invito sempre a distinguere fra la salute della politica e quella dei partiti e delle altre forme tradizionali di rappresentanza. Probabilmente è vero che rispetto a qualche anno fa, quando le ideologie erano dominanti e tutto era politico, oggi c’è meno pathos e partecipazione a certi meccanismi, ma non per questo la politica è in crisi. Almeno se vediamo la politica come sevizio e come impegno altruistico. Per Don Milani la politica è proprio il contrario dell’egoismo perché è “sortirne assieme” . Cioè l’esatto contrario del “me ne frego” fascista, è “I care”, il ‘mi importa’. È il ‘mi sta a cuore’ rivolto agli altri e ai problemi degli altri. Allora è qui, in realtà come quella del Movimento Shalom o dell’associazione Frida che io colgo gli elementi che fanno bella la politica, cioè la volontà di impegnarsi per migliorare la polis, e quindi le radici più profonde del nostro essere cittadini”. Così la ministra all’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli spiega perché nel suo viaggio all’interno del collegio senatorio di Pisa in cui corre come senatrice, ha voluto ricavare uno spazio particolare al mondo del volontariato.
“È una scelta di campo che, prima come vicepresidente del Senato e poi come esponente del Governo, – ricorda Fedeli – ho mostrato coi fatti, a cominciare dalla legge di riforma del Terzo settore che il mondo del volontariato attendeva da anni e anni, ma che è arrivata in porto grazie a noi e non per caso ma per una precisa volontà di valorizzare pienamente un settore che fa da spina dorsale, e a volte anche da sussidio e sostituto dell’intervento pubblico, in tanti campi”. Del resto già oggi la voce Terzo Settore vuol dire oltre 700 mila lavoratori e il 4,3% del Pil italiano. “Un enorme patrimonio di civismo e solidarietà a cui il nostro governo per la prima volta ha dato esplicito riconoscimento e dignità – spiega la ministra – con la riforma del Terzo settore che riguarda più di 300mila organizzazioni associative, cooperative e di volontariato e che coinvolge più di 6 milioni di cittadini che dedicano tempo all’impegno volontario”.
Come spiegato da Fedeli, infatti, la nuova normativa mette a disposizione del Terzo Settore risorse pari a 190 milioni che saranno investite in nuovi incentivi fiscali, nella nascita di un Fondo progetti innovativi, nello sviluppo del Social bonus, nel lancio dei Titoli di solidarietà, oltre che in un incremento della dotazione del Fondo per il Servizio Civile in modo da accrescere, anche per il 2018, i posti disponibili per i giovani che lo vogliono fare. Un ruolo essenziale nella nuova regolazione sarà incentrato sul Registro Unico del Terzo Settore: uno strumento che sarà avviato, gestito e aggiornato dalle Regioni ma che utilizzerà un’unica piattaforma nazionale, superando così la frammentazione e l’opacità dei troppi registri esistenti. Inoltre con il decreto sull’impresa sociale, l’Italia si dota di una normativa particolarmente innovativa: ampliamento dei campi di attività (commercio equo, alloggio sociale, nuovo credito, agricoltura sociale, ecc.); possibile, seppur parziale, distribuzione degli utili e soprattutto incentivi all’investimento di capitale per le nuove imprese sociali: il 30% dell’investimento potrà essere fiscalmente deducibile o detraibile analogamente a come avviene oggi per le start-up innovative tecnologiche. A ciò si aggiunge il Fondo di garanzia e per il credito agevolato, che ha una dotazione di 200 milioni, dedicato proprio alle imprese sociali. Infine la nuova disciplina del cinque per mille che allarga la platea dei destinatari del beneficio, estendendola a tutti gli enti del terzo settore iscritti nel Registro unico nazionale e l’innalzamento del limite per la deducibilità e la detraibilità delle erogazioni liberali con uno stanziamento di 500 milioni di euro a sostegno di questo strumento.
Particolarmente significativo in questo periodo in cui ci sono partiti e candidati che cercano voti scommettendo sull’intolleranza e la xenofobia, l’incontro della ministra col Movimento Shalom cioè “con chi – spiega Fedeli – da più di 40 anni s’è impegnato davvero ad aiutare tante persone a casa loro con interventi nelle zone più difficili dell’Africa come il Burkina Faso, aiutando quelle popolazioni non solo fornendo la canna da pesca e non il pesce già pescato, ma anche con strutture e percorsi formativi per aiutare la creazione di una nuova classe dirigente. E da noi, grazie a quelle esperienze, realizzano percorsi formativi per sviluppare fra i giovani la cultura del dialogo e dell’incontro”.
“Nella parola shalom – fa notare la ministra – non c’è solo una formula di benvenuto ma anche di auspicio e buon augurio a chi si incontra. Sono cioè queste realtà che rendono vivo, vero e concreto l’articolo 3 della nostra Costituzione perché non solo non fanno distinzioni di sesso, etnie e religione fra le persone, ma anche perché lavorano ogni giorno per superare gli ostacoli che ne limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza”. Proprio quello che fa l’associazione Frida per prevenire e combattere la violenza contro le donne e che grazie al comune di Montopoli ha trovato la sua nuova casa: nei prossimi mesi l’associazione si trasferirà nell’immobile preso in carico dal Comune di Montopoli e assegnato all’associazione dopo essere stato sequestrato alla mafia. “È estremamente importante che il frutto dell’illegalità – commenta Fedeli – sia oggi a servizio di donne che in nome della legalità e del rispetto aiutano altre donne a uscire da percorsi di violenza, discriminazione e sopraffazione e a ricostruirsi una nuova vita”. La ministra ha poi partecipato al flash mob organizzato a Cascina contro la violenza sulle donne organizzato da One Billion Rising.