Firenze, giovedì 15 maggio 2020 – «Non tutta la costa è uguale. Ci sono zone dove l’applicazione dei protocolli Inail-Iss rende antieconomico riaprire e spinge giocoforza gli operatori o al fallimento, o a procedere con licenziamenti. Soprattutto in assenza di sostegni e interventi di mitigazione del danno economico. Bisogna che la Regione si metta a tavolino con gli operatori e studi con loro protocolli ‘toscocompatibili’ ovvero che rendano praticabile la ripartenza in tempi certi e brevi secondo norme modellate sulla realtà locale» Questa la richiesta del Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che ha parlato a lungo con operatori del turismo costiero.
«Per gli stabilimenti balneari – continua Marchetti – un conto è il fronte mare, un conto è la profondità dell’arenile. Soprattutto laddove negli anni si è lasciata andare l’erosione costiera, esistono segmenti dell’asse litoraneo nei quali la spiaggia si assottiglia. Quanti ombrelloni si possono mettere? Come fanno gli operatori a riaprire?
Qualcosa di simile vale per bar e hotel. Che ne dovranno fare degli spazi comuni? E del personale di servizio ai tavoli decimati dalle norme anticontagio o al banco bar, per esempio? Oltre a imporre regole, assolutamente indispensabili per quanto riguarda igiene, sanificazione e dispositivi anticontagio bisogna dare soluzioni».
«Giorni fa – ricorda Marchetti – la giunta aveva annunciato di avere aperto un tavolo con balneari e operatori di Hotel, ristorazione e catering, il cosiddetto segmento Horeca. L’idea affermata dall’assessore Bugli era quella di avere un protocollo made in Tuscany con cui riaccendere i motori di queste attività. Che fine ha fatto quel lavoro? Qui senza regole ‘toscocompatibili’ sarà il disastro».
«Per gli stabilimenti balneari – continua Marchetti – un conto è il fronte mare, un conto è la profondità dell’arenile. Soprattutto laddove negli anni si è lasciata andare l’erosione costiera, esistono segmenti dell’asse litoraneo nei quali la spiaggia si assottiglia. Quanti ombrelloni si possono mettere? Come fanno gli operatori a riaprire?
Qualcosa di simile vale per bar e hotel. Che ne dovranno fare degli spazi comuni? E del personale di servizio ai tavoli decimati dalle norme anticontagio o al banco bar, per esempio? Oltre a imporre regole, assolutamente indispensabili per quanto riguarda igiene, sanificazione e dispositivi anticontagio bisogna dare soluzioni».
«Giorni fa – ricorda Marchetti – la giunta aveva annunciato di avere aperto un tavolo con balneari e operatori di Hotel, ristorazione e catering, il cosiddetto segmento Horeca. L’idea affermata dall’assessore Bugli era quella di avere un protocollo made in Tuscany con cui riaccendere i motori di queste attività. Che fine ha fatto quel lavoro? Qui senza regole ‘toscocompatibili’ sarà il disastro».