Pisa, 20 giugno – Vogliamo persone credibili al Governo della città, e non banderuole pronte a girare al primo refolo di vento per esclusivo interesse personale. E’ la presidente di ConfcommercioPisa Federica Grassini a rispondere punto su punto all’autocandidatura in qualità di assessore del commercio e del turismo Antonio Veronese: “Quale credibilità può avere un assessore che fa una campagna elettorale tutta rivolta contro Serfogli e poi, subito dopo la bocciatura alle urne, va a pietire un posto in Giunta proprio dallo stesso Serfogli? Altro che rispetto, tutto questo è propriamente un’offesa all’intelligenza e alla buona fede degli elettori, e per noi è semplicemente scandaloso”.
“Nel suo ruolo di presidente di Associazione imprenditoriale non ha mai nascosto il suo appoggio all’amministrazione comunale uscente, abbiamo ancora nelle orecchie le sue lunghe tirate infarcite di ringraziamenti, anche di fronte a decisioni impopolari e penalizzanti per il sistema economico pisano” – continua nel ragionamento la presidente: “Alla luce degli ultimi avvenimenti, la rappresentanza imprenditoriale è diventata quasi il gradino per spiccare il salto in politica e ottenere un ruolo che agogna da tempo e che probabilmente gli era stato a suo tempo promesso. E così, con l’ultima operazione di stampo gattopardesco, vorrebbe occupare la poltrona dell’assessorato sulla pelle e l’economia della città di Pisa, replicando la falsariga degli ultimi, drammatici, dieci anni”.
Conclude la presidente Grassini: “Che un profilo del genere, anche considerando l’enorme conflitto di interesse di cui sarebbe portatore, possa mettere le mani sul commercio e il turismo di Pisa ci preoccupa non poco, sia per il merito di proposte che risultano per larga parte inaccettabili, sia considerando l’importanza strategica di questi settori per il prossimo futuro di Pisa. Credibilità, trasparenza, discontinuità con il passato sono qualità che ci aspettiamo dal prossimo assessore al commercio e al turismo, e che in tutta onestà Veronese ha dimostrato nei fatti di non possedere”.