Festeggia quest’oggi 53 anni, essendo nato a Rotterdam l’11 dicembre 1963, Mario Been, talentuoso centrocampista olandese, uno dei tanti “gioielli” portati da Anconetani al Pisa nel corso degli anni ’80.
di Giovanni Manenti
Cresciuto nel Feyenoord, squadra della sua città e famosa formazione olandese più volte titolata, esordisce in Eredivisie nella Stagione 1982.83 conquistando nella successiva – anche se non da protagonista, avendo disputato solo 8 gare con 2 reti – il Titolo di Campione d’Olanda, unitamente alla KNVB Beker, vinta in Finale per 1-0 contro il Fortuna Sittard.
I quattro successivi Campionati a Rotterdam lo consacrano titolare fisso in regia e rappresentano il punto più alto della sua carriera da calciatore, in cui colleziona ben 116 presenze impreziosite da 49 reti pur non aggiungendo alcun trofeo al suo palmares, circostanza che, conseguentemente, rende sorprendente il suo ingaggio – al pari di quello di Wim Kieft anni prima – da parte di una squadra non di primo piano come il Pisa, avvenuto nell’estate ’88 in sostituzione di Claudio Sclosa, trasferitosi alla Lazio.
Il debutto in maglia nerazzurra avviene il 16 ottobre ’88, alla seconda giornata, nel match perso per 4-1 a San Siro contro l’Inter il16 ottobre ’88, ed, a dispetto di alcun buone partite disputate – saranno 27 a fine stagione con 3 reti, di cui decisiva quella realizzata al 54’ della gara vinta per 1-0 all’Arena contro il Cesena – non potrà evitare la retrocessione della squadra nella Serie cadetta.
A dispetto di chi pensava che Been difficilmente avrebbe accettato di scendere di Categoria, si mette viceversa a disposizione della squadra dispensando assist a quello che sarà ricordato come uno dei migliori attacchi della storia nerazzurra, composto com’era da Cuoghi (6 reti), Dolcetti, Incocciati (12 reti), Been appunto e Piovanelli (18 reti, record poi superato solo da “Nacho” Castillo).
E che le cose si sarebbero messe bene sia per il Pisa – dominatore del Campionato assieme al Torino di Marchegiani, Mussi, Cravero, Lentini, Muller e Skoro (mica roba da ridere, eh …) – che per il buon Mario ci si accorse sin dalla prima giornata allorquando, nel rotondo 3-0 all’Arena a spese del Monza, il “nostro” siglò la rete del provvisorio 2-0 con uno spiovente da centrocampo che colse impreparato il portiere brianzolo Pinato, anche lui non proprio l’ultimo arrivato ….
Terminata la stagione con 32 presenze e 3 reti (le altre due sempre all’Arena nei successi per 2-1 sul Messina e 3-1 contro il Licata), si pensava che Been potesse continuare a dare il suo valido apporto alla causa nerazzurra in un centrocampo rinforzato dall’acquisto del giovane e promettente argentino Diego Simeone, ma le sue poche apparizioni nelle prime cinque giornate sotto la nuova guida tecnica di Mircea Lucescu – tre subentri a meno di mezz’ora dal termine – indussero l’olandese a preferire il ritorno in patria nelle fila del Roda con successive esperienze all’Heerenveen e – fatta salva una breve parentesi al Wacker Innabruck in Austria nel 1992.93 – ancora a Rotterdam, ma stavolta nel meno titolato Excelsior, dove conclude la carriera a 33 anni per intraprendere quella di Allenatore.
Come Trainer, Been si fà le ossa proprio nella formazione dove ha chiuso con l’attività agonistica, con cui conquista la Promozione dalla Eerste alla Ere Divisie nel 2006, circostanza che lo lancia per tre anni alla guida del Nec Nijmegen e poi, per due stagioni, sulla prestigiosa panchina del Feyenoord con cui sfiora la vittoria nella Coppa d’Olanda, persa in Finale contro l’Ajax.
Sfiduciato dai suoi giocatori al termine del Campionato 2010.11, Been prende nuovamente la strada dell’estero, stavolta accasandosi al Genk in Belgio con cui conquista il suo unico, sinora, Trofeo da Allenatore, vale a dire la Coppa del Belgio vinta il 9 maggio 2013 a Bruxelles per 2-0 contro il Bruges, salvo poi venire esonerato l’anno successivo, il 23 febbraio 2014, a seguito della sconfitta interna per 2-0 contro il Beveren.
Come mai un talento naturale come Been, nominato “Giocatore dell’Anno 1984” in patria, abbia vestito una sola volta la maglia della Nazionale “Orange”, oltretutto entrando al 73’ al posto di Ton Lokhoff nella sconfitta patita dall’Olanda per 1-0 il 14 novembre 1984 a Vienna contro l’Austria, in un match valido per le eliminatorie europee ai Mondiali ’86 in Messico, rimane ancor oggi un mistero.
Resta comunque il piacere per ogni sportivo pisano di averne potuto ammirare la classe ed il tocco di palla sopraffino nei due anni trascorsi in riva all’Arno con giocate che, come suol dirsi, “da sole valevano il prezzo del biglietto” e, pertanto, non possiamo che ricordarti con sincero affetto inviandoti i nostri più Sinceri ed Affettuosi Auguri di Buona Compleanno …!!