Attore, sceneggiatore, presentatore, davvero molti i ruoli che questo poliedrico artista è riuscito a svolgere nella sua lunga carriera. Moltissime le collaborazioni importanti a fianco di registi come Zeffirelli, Brass e tanti altri. Ha recitato in fiction televisive come “Incantesimo” e “Il bello delle Donne”. Il suo volto è perciò noto e conosciuto, non soltanto a Pisa!
Che rapporto hai con questa città?
Vivo a Pisa anche se per lavoro faccio il pendolare con Roma, sede di cinema e tv. Ho dovuto poco più che ventenne lasciare il posto dove sono cresciuto per potermi formare e fare esperienze lavorative. Alla mia città resto comunque legato. Anzi in queste zone ho fatto moltissime serate come presentatore e poi ho il ricordo del mio esordio come modello ad Arno Vecchio a Marina.
Come nasce la tua passione per la recitazione?
Me la porto dentro fin da piccolo. Da ragazzino ero appassionato dei western di John Wayne e imitavo le scene che più mi colpivano. Crescendo ho iniziato a studiare. Sono partito da Milano dove ho fatto la pubblicità, ho girato le agenzie e la scuola al Centro Teatro Attivo di Milano. Poi uno stage con l’Actors Studio di New York.
Qual è stato il tuo primo ruolo?
Il messo papapale in “Lucrezia Borgia” di Lorenzo Onorati. Un ruolo difficile in cui mi sono buttato completamente. Il regista mi disse: “Tu potresti andare bene per fare il messo papale. Sai andare a cavallo?”. Io risposi con far spavaldo: “Certo che ci so andare!”. In realtà non ero mai salito, ma per fare l’artista ti devi buttare e così dopo la prima scena dove fortunatamente non sono caduto ho imparato a galoppare all’inglese.
Quali sono le tappe fondamentali della tua carriera?
Sicuramente aver lavorato con un artista come Manfredi in due film: la storia della Sora Lella “Una milanese a Roma” dove ho il ruolo dell’operatore milanese. È stata una prova di interpretazione complessa perché ho dovuto doppiarmi da solo con accento milanese. E una commedia: “Apri gli occhi e sogna” per la regia di Rosario Enrico. Poi ho lavorato con Giancarlo Giannini ad oggi l’attore più grande che abbiamo in Italia in “Prigioniero della mia libertà” sempre per la regia di Rosario Enrico, a fianco di Jordi Mollà, Lina Sastri, Monica Scattini, Martina Stella. Per la fiction il mio ruolo nella terza serie “Il bello delle donne” per canale 5 e “Incantesimo” per Rai 1.
Chi è il tuo maestro?
Io dico sempre che per imparare a fare cinema bisogna guardare i film di Sergio Leone. Lui faceva veramente il cinema con le grandi panoramiche, i grandi spazi e dove non mancavano i colpi di scena e i grandi attori. Per cui guardate i film di Sergio Leone!
A che cosa stai lavorando adesso?
Ho un film in uscita che si intitola “Come Lolita” dove interpreto una sorta di Jeremy Irons ispirandomi al suo film degli anni ’90. Sto lavorando anche a due mie progetti. Uno si intitola “Sangue in chat” e l’altro “La forza di cambiare”. Realizzerò come regista un promo per promuovere il film. Quindi doppio ruolo.
Dopo avere realizzato tanti sogni e tanti progetti si spegne la fiamma del desiderio?
Se si spegne la fiamma del desiderio si spegne la carriera artistica, fatta di curiosità, innovazione, voglia di migliorarsi, di imparare e di mettersi ogni giorno in discussione. Altrimenti l’artista perde il suo senso e diventa un mestierante dello spettacolo che fa le cose come un impiegato, ma
questo in un artista non va bene.
Dove può seguirti il tuo pubblico?
Ad anno nuovo dovrebbero uscire due miei film per cui informerò il pubblico tramite social e articoli sui giornali. Terrò le persone che mi seguono bene aggiornate. Colgo l’occasione per ringraziarli e mando loro un caloroso abbraccio.
Grazie Gianluca!