Pisa – Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta che Martina Benedetti, compagna del noto attore Andrea Buscemi, attuale Assessore alla Cultura del Comune di Pisa, ha scritto all’On. Mara Carfagna in relazione all’evento organizzato dalla stessa Carfagna alla Camera dei Deputati in occasione della Giornata contro la violenza sulle Donne, in cui ha convocato, perché raccontasse la propria vicenda giudiziaria, la donna che nel 2009 ha accusato di stalking Buscemi.
LETTERA APERTA all’on. MARA CARFAGNA
e pc.:
Presidente
SILVIO BERLUSCONI
e
Presidente della Repubblica
SERGIO MATTARELLA
Gentile Presidente Mara Carfagna,
mi chiamo Martina Benedetti e sono la compagna di Andrea Buscemi.
Le scrivo perché ho assistito in differita all’evento da Lei organizzato alla Camera dei Deputati in occasione della Giornata contro la violenza sulle Donne. Un’iniziativa lodevole, se non fosse che – in un contesto così importante e anche doloroso per la presenza di casi di terribile violenza – Lei ha convocato, perché raccontasse la propria vicenda giudiziaria, la donna che nel 2009 ha accusato di stalking il mio attuale compagno.
Una vicenda che, dopo tre anni di processo a Pisa dove sono state approfondite tutte le contestazioni, ha visto assolvere l’imputato perché il fatto non costituisce reato. Successivamente è intervenuta la prescrizione, istituto giuridico perfettamente contemplato dal nostro ordinamento.
Nel processo di Pisa (di cui Lei probabilmente conoscerà bene i risvolti, dato che vi fu coinvolta come avvocato della querelante una Sua stretta collaboratrice) sono emerse tutte le contraddizioni del caso, e soprattutto la credibilità della p.o.: portatrice di un’accusa poco attendibile in tribunale così come è risultata per me (e non solo per me) l’esposizione dei fatti raccontati durante l’evento alla Camera dei Deputati.
Perciò, davvero non mi aspettavo da parte Sua una presa di posizione tanto ingiusta e mistificatrice di una realtà che è completamente diversa da come è stata (per l’ennesima volta, ad onta di tutti gli esiti processuali) rappresentata.
Non me l’aspettavo perché Lei, per il ruolo istituzionale che ricopre, dovrebbe essere un garante dello stato di diritto in cui ci troviamo, che deve sempre rispettare gli esiti di un processo (anche se, come in questo caso, forse non piacciono). Lo show che Lei ha concesso di fare a una donna le cui accuse sono state ampiamente smentite dal Tribunale di Pisa, oltre a rinverdire calunnie, è invece apparso come una sorta di processo al processo.
Non me l’aspettavo anche e soprattutto perché Lei, che ha subìto nel corso della Sua vita attacchi personali piuttosto pesanti, conosce molto bene lo stato di impotente frustrazione nel quale può farci precipitare la calunnia mediatica. A suo tempo mi indignai molto per come l’avevano insultata e da donna mi sentii offesa per Lei.
Quindi vorrei che oggi si rendesse conto del grande dolore che questa assurda montatura mediatica provoca alle donne che sono intorno ad Andrea Buscemi, non soltanto a me che sono la sua compagna, ma anche a sua madre che è molto anziana e non riesce a comprendere tutta questa malevolenza per un figlio che è stato per lei sempre motivo di orgoglio e consolazione.
Da ormai nove anni condivido la mia vita con Andrea Buscemi e, se ci fosse stata una minima inclinazione alla violenza, questa sarebbe emersa. Le assicuro Presidente che anche la reazione a tutta questa spiacevole vicenda non ha portato il mio compagno a ribellarsi con aggressività alle varie manifestazioni di vero e proprio odio verso di lui (organizzate soprattutto da collettivi femministi della città), ma solo a intristirsi e a perdere fiducia nelle umane cose.
Credo che, prima di esporre alla gogna mediatica una persona assolta in giudizio da un’accusa così grave e nel caso specifico anche paradossale, ponendola alla stregua di un assassino e di un criminale che ha sfigurato con l’acido la propria compagna, si dovrebbe riflettere con molta attenzione.
Lei riveste una carica istituzionale, circostanza che dovrebbe portarla ad essere saggia e prudente. Invece ha scelto di organizzare uno show mediatico non in un teatro o in un cinema, ma proprio in una sala della Camera dei Deputati: per di più invitando una donna la cui prestazione in tribunale ha rivelato tutte le nebulosità circa la vicenda vissuta con Andrea Buscemi, a fianco di donne realmente vittime di episodi sconvolgenti, per raccontare fatti che non sono MAI stati provati nelle debite sedi.
Questo uso poco accorto delle Istituzioni mi ha profondamente indignata e sorpresa come cittadina.
La saluto con rammarico e delusione, augurandomi che per il futuro faccia miglior uso delle cariche che la vita l’ha portata a ricoprire.
Martina Benedetti