Lucca – Apertura dell’edizione numero 51 di Lucca Comics & Games con la conferenza stampa al Press Cafè della seconda stagione di Stranger Things, dove gli attori Joe Keery, Natalia Dyer, Charlie Heaton e Linnea Berthelsen hanno presentato i nuovi episodi di una delle serie più seguite della piattaforma online Netfilx.
All’attesissimo incontro con i giornalisti i protagonisti della serie hanno risposto a tutte le domande dei presenti con grande disponibilità, di seguito l’intervista completa.
Lucca Comics & Games 2017 ha un tema “heroes”, ovvero un mood anni ’80 che si avvicina molto a quello di Stranger Things, un’atmosfera però che per voi era già storia vista la vostra giovane età. Come vi siete rapportati a questo mondo per voi così nuovo?
J (Joe Keery): I fratelli Duffer, i registi della serie, ci hanno dato molto materiale su cui lavorare, come ad esempio la musica, ma anche film come I Goonies o Indiana Jones, pellicole che avevamo visto da bambini, omaggiate spesso negli anni a venire, dove gli effetti speciali non computerizzati erano all’ordine del giorno. E aggiungo che sicuramente molto delle loro atmosfere lo si ritrova in Stranger Things.
La prima stagione di Stranger Things è diventata un fenomeno mondiale, con un successo di portata quasi inattesa, come avete affrontato questa responsabilità nel girare la seconda stagione?
C (Charlie Heaton): È vero, è stato davvero qualcosa di inaspettato, non potevamo immaginare quanto la popolarità della serie potesse essere grande. Ho cominciato ad essere riconosciuto anche in Spagna, dove molti fan mi fermavano emozionati. In ogni caso, il successo della serie è ancora in crescita e diventa sempre più importante col passare del tempo e noi tutti siamo davvero, davvero orgogliosi di questo progetto. Se mi dovessi interrogare sul perché di questa popolarità, direi che deriva dal potere della serie di parlare a più generazioni, dai nostalgici ai più giovani.
Lo sviluppo di piattaforme come Neflix ha generato il fenomeno del “binge watching”, ovvero guardare un’intera serie tv tutto d’un fiato. Ciò ha portato molti fan a sfidarsi su chi finiva per primo, creando una competizione che tocca ogni angolo del mondo. Tra le serie viste più velocemente c’è proprio la vostra. Vi immaginavate di fare questo piccolo record?
J: No! (ride, ndr) Penso che nessuno di noi potesse immaginare una cosa del genere. Per di più io non sono il tipo che guarda una serie tutta in una volta, mi piace prendermi una pausa e pensare per un attimo a quel che ho appena visto. Farsi queste maratone è qualcosa di assurdo.
N (Natalia Dyer): Già…
J: Forse era quello che i registi volevano.
N: Esatto, Stranger Thing può anche essere visto come un lungo film.
C: Ma io mi domando, chi fa queste gare va al bagno? (ride ndr)
J: Forse si portano il tablet con loro, anche se, a pensarci bene, questo un po’ è barare.
Una domanda per Linnea Berthelsen, tu sei una nuova aggiunta al cast, infatti il tuo personaggio compare solo nella seconda stagione. Come sei stata accolta a Hawkins?
L (Linnea Berthelsen): Io non sono mai stata davvero ad Hawkins! (riferito al suo personaggio ndr) A parte gli scherzi, ho incontrato il cast solo alcuni giorni prima di girare, ma ho trovato un ambiente davvero molto accogliente ed anche se spesso dovevamo lavorare separati, ci siamo sempre sentiti parte di un unico gruppo.
Uno dei temi di questa seconda stagione di Stranger Things sono i rapporti intergenerazionali tra i protagonisti della serie. Uno di questi è l’amicizia tra Dustin e Steve, il personaggio di Keery, al quale chiediamo un commento.
J: Dustin e Steve sono entrambi un po’ sconfitti e sono infatti le avversità a far sì che si avvicinino. Tutti e due hanno problemi con le ragazze, ma insieme si fanno forza e riescono a superare le loro delusioni. Il loro rapporto, inoltre, è molto strano, infatti Dustin assume spesso il ruolo dell’adulto, pur essendo giovanissimo, mentre è invece Steve a comportarsi come un bambino; ma ancora, i ruoli si ribaltano con facilità. La bellezza di questa amicizia, partita inizialmente un po’ come uno scherzo, è il fatto che si prendano davvero cura l’uno dell’altro.
Come abbiamo detto le atmosfere anni ’80 fanno parte di Stranger Things, cosa si prova ad essere un punto di riferimento per tutti i nostalgici di quell’epoca?
N: Credo sia difficile vedere la serie come un punto di riferimento, posso solo dire che è meraviglioso l’affetto del pubblico, il quale cresce sempre di più, ma è altrettanto meraviglioso lavorare spalla a spalla con questo gruppo.
Siete molto giovani per essere già così affermati, infatti molti attori a quest’età sono ancora in formazione. Com’è lavorare ad un progetto così ambizioso nonostante la vostra inesperienza?
L: Per quanto riguarda me e Joe, entrambi abbiamo studiato ad una scuola di recitazione, ma personalmente sento che devo ancora imparare molto. Lavorare in questo gruppo, però, dà la possibilità a tutti noi di imparare l’uno dall’altro, anche dai molti attori ancora bambini presenti nel cast. Spesso, avendo fatto degli studi, tendo ad essere troppo tecnica, e lavorare con quest’ultimi mi aiuta a migliorare.
J: Vero, i bambini sono più spontanei, pur non avendo tutti i mezzi del mestiere. In conclusione, non penso ci sia un modo univoco di recitare, l’importante è migliorarsi. Comunque, se devo trovare una difficoltà nel girare la serie, devo dire che lavorare per la TV è molto differente dal recitare in teatro o per il cinema, quindi ognuno di noi si sta ancora facendo le ossa.
N: Anche per me lavorare con dei ragazzini costituisce una grande fonte di apprendimento. I bambini sono pura immaginazione, quindi per un attore è molto bello lavorare con loro e vedere come mettono in scena i loro ruoli. Ma anche lavorare con attori navigati è qualcosa di veramente importante per chi sta ancora imparando come me, penso a Winona Ryder o Sean Astin.
C: Che altro aggiungere? Hanno già detto tutto! (ride ndr)
È la vostra prima volta in Italia? E quali sono le differenze tra Lucca Comics & Games ed il San Diego Comicon?
C: Penso sia la prima volta per tutti.
J: Per me è la seconda volta! (piccolo applauso sala stampa ndr)
C: Purtroppo non abbiamo visitato nulla. Siamo atterrati ieri a Milano ed abbiamo preso subito un treno per Firenze, dove abbiamo passato l’intera notte in hotel. Da lì, poi, siamo subito venuti a tenere quest’incontro. Alla seconda domanda non posso rispondere perché ho saltato il Comicon per motivi di lavoro.
N: Il Comicon era da pazzi!
J: Giusto. Anche se non abbiamo visto molto, credo di preferire il Lucca Comics & Games, è davvero un bel posto. Il Comicon è troppo affollato, è sfiancante come essere presi da una macchina. Qui invece la fiera si tiene in città, in un’atmosfera più accogliente, con questo paesaggio medievale che rende il tutto più speciale.
Di tutto il materiale che vi è stato dato dai registi, quale vi ha colpito di più?
C: Per quel che mi riguarda è stata la fotocamera Pentax che mi avevano affidato. Ci ho messo settimane ad imparane il funzionamento, ma dopo averci preso la mano mi divertivo a fare scatti sempre più belli. Peccato che, quando ho voluto rivederli, mi sia accorto di non aver caricato il rullino! È stato bruttissimo, avevo perso tutto il mio lavoro!
Quali sono state le scene più divertenti da girare e quali da rivedere?
J: Penso che la scena più interessante da rivedere per me è quella dove Steve e Nancy si ritrovano a casa di Will. La scena più divertente da girare invece è quella dove dovevo sollevare dei ragazzini sopra la testa. Il giorno dopo avevo il mal di schiena come un vecchietto!
N: (facendo il gesto della pistola ndr) Per me la scena più divertente è stata quella nella quale avevamo tutti delle armi in mano e, ad un certo punto, dovevamo girarci e rimanere stupiti, anche se nel set non guardavamo niente di eccezionale! Girarla insieme è stato davvero divertente, ed a lavoro ultimato, è venuta fuori molto bene.
C: La mia scena preferita è stata una in cui dovevo guidare questa macchina d’epoca, frenare e svoltare a gran velocità. Ma io nella vita reale non guido! Ho la patente ma, credetemi, non tocco il volante. Nel fare quella scena mi sono sentito davvero fico.
L: Io invece ho apprezzato vedere Sean Astin fare il vampiro, è la mia scena preferita. C’è anche un altro pezzo della serie che mi ha sorpreso, era una scena introduttiva dove dovevo recitare davanti ad un green screen. Una volta aggiunti gli effetti digitali, era davvero fantastica.
Charlie e Linnea, entrambi avete origini europee: questo vostro aspetto ha influito nella lavorazione di Stranger Things?
C: Sul set, forse.
L: È vero che abbiamo origini europee, ma non siamo i soli ad avere diversa nazionalità: nello staff ci sono molte persone provenienti da varie parti del mondo. Penso inoltre che non ci siamo molte differenze culturali, infatti tutti noi da bambini abbiamo avuto gli stessi giocattoli, visto gli stessi film ecc.
Una domanda per Charlie e Natalia: dato il grande successo della serie, sicuramente ci sarà una terza stagione (non ancora confermata ndr). Vi piacerebbe vedere i vostri personaggi avere un rapporto ancora più profondo?
N: È difficile rispondere. Passa molto tempo da una stagione e l’altra.
C: Comunque sia, sarebbe interessante approfondire il loro rapporto, mostrarli mentre escono insieme. Ma non so dire altro, è tutto in mano agli scrittori.
Cosa vi piace e cosa non vi piace dei vostri personaggi?
C: I capelli, odio quei capelli (ride ndr). Ciò che mi piace è la sua personalità, è un ragazzo che non ha paura di essere se stesso.
N: A me i capelli di Nancy piacciono. Scherzi a parte, è davvero stimolante recitare questo ruolo, è un personaggio dinamico, sempre in crescita, gli scrittori sono stati molto generosi con lei. Se devo trovarle un difetto, penso che abbia bisogno di farsi più amicizie femminili.
L: Devo essere sincera, trovavo il mio personaggio faticoso da amare, era proprio detestabile. Col passare del tempo, però, ho imparato a capirla, mi piace che sia un personaggio determinato. Non mi piace però che non sia brava a stare con gli altri, non ascolta, fa solo di testa sua.
J: Steve era molto antipatico nella prima stagione, era un egoista. In questi nuovi episodi invece, impara a mettere le esigenze degli altri al primo posto, anche grazie alla sua relazione con Nancy…insomma, sta cominciando a fare grandi cambiamenti, comincia ad avere la testa sulle spalle.
Joe, come abbiamo accennato Steve sta cambiando, anche per via delle molte prove a cui è sottoposto. Qual è il tuo rapporto con questo personaggio che sta diventando sempre più complesso?
J: Grazie per la domanda. Inizialmente Steve faceva molti sbagli, ma non perché fosse cattivo, ma perché sentiva che le sue azioni fossero giustificate. In questa nuova stagione la sua crescita continua, soprattutto quando rompe con Nancy, la quale si allinea più con Jonathan (il personaggio di Heaton ndr) che con Steve, lasciandolo solo. Senza questo catalizzatore, non sarebbe maturato come ha fatto. Steve ora è più uomo, ha imparato a fare il primo passo per le persone a cui tiene e questo è molto significativo.
La conferenza stampa si chiude qui, con gli attori che lasciano la sala e col saluto di Joe Keery, che ci ringrazia con un italianissimo:<< Grazie mille!>>
V.L.
(Foto Studio Sottocorno)