Pisa, 12 aprile 2022 – “La vicenda della costruzione della nuova cittadella militare, mai come oggi fa capire quanto il PD pisano sia allo sbando alla ricerca di una collocazione politica che rincorre da tempo ma che raggiunge davvero vette mai toccate.” Così si legge in un comunicato di Maurizio Nerini (FdI) e Presidente della 1° CCP , che prosegue: “Sul sito del Comune a all’indirizzo https://www.comune.pisa.it/it/ufficio/progetto-caserme si possono trovare tutti documenti approvati negli anni per il raggiungimento di quel “Progetto Caserme”, da sempre portato avanti proprio dal PD, sbandierato per vent’anni come la soluzione per risolvere i problemi di Pisa su molti aspetti logistici, di vie di comunicazione, di accoglienza dei turisti.
Infatti il Protocollo d’Intesa del 2001 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i successivi atti non ultima la variante di monitoraggio del 2017 durante la gestione del PDS-DS-PD soprattutto con i sindaci Fontanelli e Filippeschi vedevano tutti gli interventi di riqualificazione urbanistica comunque connessi alla riallocazione degli insediamenti militari della città: “Artale”in via Roma, “Curtatone e Montanara” in via Giordano Bruno e “Bechi Luserna” in Via Aurelia.
Se per le prime due stiamo definendo noi oggi i progetti in esecuzione, la “Bechi Luserna” era sempre stata la panacea per il PD, pisano e regionale almeno, ha di fatto ingessato, inchiodato Pisa sui piani ricordati per tuto questo tempo.
Non si era fatto i conti con l’oste, cioè il Ministero della Difesa, oggi a guida PD, che non ha mai mollato la presa sulla caserma e che è sponsor della cittadella militare a Coltano… e il PD pisano non trova di meglio di andare contro se stesso… magari col discorso puerile “era meglio Ospedaletto” non rendendosi nemmeno conto delle variate necessità della città.
Cercano pure di rincorrere la sinistra estrema ideologicamente ecologista prendendo “schiaffi politici” da quella parte. Del resto è da tempo che a differenza dei verdi che gratta gratta sono solo rossi, Noi diciamo dati alla mano che il Parco a sud dell’Arno, fatta eccezione dei alcune zone ben individuate da preservare , non a ragione di esistere così altamente antropizzato come è e ben venga la soluzione che libererebbe ancora altri spazi nella nostra città. Questa è la compensazione che riteniamo opportuna e che pensiamo di avere la forza contrattuale di ottenere.”