“Sono esterrefatto – dichiara Raffaele Latrofa capogruppo di Pisa nel Cuore – avevo presentato un Question Time per il Consiglio Comunale del 9 febbraio, invece mi hanno risposto che non si sarebbe discusso, perché “non sorretto da motivi di urgenza”, in quanto riguardante una situazione relativa all’anno scolastico 2017-2018. I nostri amministratori sono sempre più lontani dalla gente: non riescono a capire che ci sono genitori molto preoccupati. Per noi invece, ormai si sa, le scuole pisane sono una priorità assoluta. Il Question Time che avevo presentato serviva a segnalare un pesante disservizio e voleva trovare, a breve, il modo di risolverlo, in modo da tranquillizzare quei genitori. Il nostro Presidente di Pisa nel Cuore, avvocato Linda Sozzi, che è anche mamma di una bimba che frequenta l’istituto Comprensivo Fibonacci, ci ha infatti informati che, con una delibera di dicembre 2016, quell’istituto, a partire dall’anno scolastico 2017/2018, ha deciso che cancellerà il servizio mensa per le classi con orario settimanale di 27 ore,. Saranno interessati da questi provvedimenti oltre 200 bambini frequentanti le classi II, III, IV, V elementare, che un giorno a settimana, nell’orario 13.10/14.10, dovranno uscire dalla scuola per mangiare e poi, alle 14.10, dovranno rientrare per poter terminare l’orario scolastico. Possiamo immaginare i disagi derivanti da questa situazione, che si è creata per una mancanza di coordinamento fra l’Amministrazione Comunale e l’Istituto Fibonacci. Fra l’altro, attualmente, il servizio mensa, dal punto di vista economico, viene sostenuto completamente dalle famiglie e non incide sul bilancio del Comune”.
Perché il problema venga risolto al più presto, Latrofa ha quindi chiesto che il Question Time che non è stato accettato venga trasformato in interpellanza, in modo da poter essere finalmente discusso in Consiglio Comunale.
“Le soluzioni che intravedo sono due – conclude Latrofa – il Comune potrà procedere alla gestione anche della refezione di questi 200 bambini con le stesse modalità di coloro che frequentano il tempo pieno, oppure dovrà fattivamente contribuire all’individuazione di un locale, all’interno della scuola, dove i bambini possano mangiare. In questo caso, il Comune dovrà sostenere i costi della sanificazione di quel locale, in modo da renderlo atto alla refezione. Insomma, siamo di fronte all’ennesimo caso di cattiva gestione scolastica da parte dei nostri Amministratori, e a farne le spese sono, come sempre, i bambini e le famiglie pisane. L’assessore all’istruzione Chiofalo, sempre pronta per tagli di nastri e alzabandiera, quando si tratta di occuparsi del benessere dei bambini lascia molto a desiderare”.