Cascina (Pisa), 14 dicembre 2021 – Un fine settimana di grande teatro a La Città del Teatro. In scena Marco Baliani, interprete e autore fondamentale del teatro italiano degli ultimi 30 anni. Creatore del “teatro di narrazione” con Kohlhaas, sabato 18 dicembre alle 21 sarà in scena con il suo “cavallo di battaglia” giunto ormai alla millecentroquattresima replica.
Kohlhaas, di Marco Baliani e Remo Rostagno per la regia di Maria Maglietta, è un fatto di cronaca realmente accaduto nella Germania del 1500, scritto da Heinrich von Kleist in pagine memorabili. Kohlhaas è la storia di un sopruso che, non risolto attraverso le vie del diritto, genera una spirale di violenze sempre più incontrollabili, ma sempre in nome di un ideale di giustizia naturale e terrena, fino a che il conflitto generatore dell’intera vicenda, cos’è la giustizia e fino a che punto in nome della giustizia si può diventare giustizieri, non si risolve tragicamente lasciando intorno alla figura del protagonista una ambigua aura di possibile eroe del suo tempo.
«Nel mio racconto orale – racconta Baliani – è come se avessi aggiunto allo scheletro osseo riconoscibile della struttura del racconto di Kleist, nervi muscoli e pelle che provengono non più dall’autore originario ma dalla mia esperienza, teatrale e narrativa, dal mio mondo di visioni e di poetica. Accade nell’arte del racconto orale che per cercare personaggi interiori occorra compiere lunghi percorsi, passare attraverso storie di altre storie, sentirsi stranieri in questo mondo dopo aver tanto peregrinato, fino a trovare quel punto incandescente capace di generare a sua volta nell’ascoltatore un mondo di visioni, non necessariamente coincidenti con le mie.»
Domenica 19 dicembre alle 17, per gli spettacoli dedicati alle famiglie, Baliani ammalierà grandi e piccoli con la storia di Frollo, pietra miliare del teatro ragazzi italiano, scritto a quattro mani con Mario Bianchi.
Frollo è il nome del protagonista della storia: un bambino impastato di pan pepato che un giorno si trova a percorrere un’avventura più grande di lui. Il terribile vorace figlio del Re sta mangiando a pezzetti tutto il paese. La storia è anche una metafora della nostra società dei consumi pronta a divorare ogni cosa. Naturalmente c’è anche un po’ di Pinocchio in questo Frollo che alla fine si sbriciola per rinascere bambino, e c’è anche un po’ di tutti noi nel bambino che si incammina per la sua strada, andando dritto, girando a destra, girando a sinistra, rivolgendosi chissà dove.
«Alla Città del Teatro tornerò a farmi di pasta frolla. Mi sono rivisto nel video che avevo girato anni fa, così mi sono tornati alla memoria i gesti, i movimenti del corpo, le voci che vanno e vengono, le invenzioni linguistiche. Mi sono divertito molto e so che domenica dovrò ritrovare questo divertimento infantile. So anche che due terzi dello spettacolo sarà del tutto improvvisato, a seconda di come sarà il luogo, il mio stato d’animo, gli spettatori, il tempo atmosferico, la distanza dalle prime file. Racconterò la storia di un pupazzetto di pasta frolla che diventa di carne sangue sudore e caccole, ma solo dopo molte disavventure mortalmente rischiose. Sarà il mio modo di accendere gli animi degli ascoltatori, ma sì, li vorrei proprio incendiare.
Quel pomeriggio potrò volare e staccarmi dal suolo della mia sedia, farmi tira e molla per attraversare una grata, staccarmi via via pezzi di corpo perché ho un cuore troppo dolce e così via, fino alla sudata finale che non vi racconto come accadrà. Qui è davvero all’opera un corpo narrante, in continua metamorfosi, è lo spettacolo dove ancor più che in Kohlhaas il mio corpo e il mio volto e la mia voce subiscono un impressionante trasformazione, un cartone animato, un fumetto in movimento.
Alla fine sarò inzuppato di sudore, già lo so, tre o quattro etti se ne andranno così, ma vuoi mettere che invece di andare a smagrirmi in una palestra a vogare senza acqua intorno, senza sentir “biancheggiare le acque con le lisce pale d’abete” li potrò perdere volando aggrappato al becco di un’aquila possente?