Lucca – Leiji Matsumoto approda a Lucca Comics & Games, giovedì 1 novembre, per ritirare la medaglia ufficiale della città. Il celebre artista giapponese, noto al grande pubblico per essere l’ideatore di Capitan Harlock e Galaxy Express 999, si è però prima concesso alla stampa, alla quale ha rilasciato un’intervista molto intima, ripercorrendo non solo la sua carriera artistica, ma anche la sua infanzia.
ato poco prima della Seconda Guerra Mondiale, Matsumoto cresce in una famiglia molto povera a Kurume, nella regione di Kyushu, a un centinaio di chilometri da Nagasaki. “La bomba atomica doveva essere sganciata dove abitavo io, ma gli Americani poi decisero diversamente” confesserà l’artista. Da bambino non ha molti svaghi se non delle riviste, i film e i racconti di guerra del padre, ma è proprio da qua che trae ispirazione per viaggiare con la fantasia e creare le sue prime illustrazioni: “Ho sognato spesso città come Lucca sfogliando le mie riviste, al punto che mi sembra quasi di esserci già stato”.
Ma tutta l’opera di Matsumoto fa riferimento alla sua vita ed ai suoi desideri: “Il Galaxy Express è identico al treno che presi da ragazzino con un biglietto di sola andata per Tokyo, un viaggio che durò 24 ore”, così come la voglia di libertà che ha infuso in Harlock: “Tenetevi stretti i sogni perché sono questi che ci regaleranno un futuro migliore. Credete in loro e fateli crescere: la vita non è l’attesa della morte”. Un concetto, quest’ultimo, nato dal fronteggiare, giorno dopo giorno, i dolori di una società distrutta dalla guerra: “Anche mio padre me lo ripeteva spesso, cioè che siamo nati per vivere e non arrenderci mai”.
Ed il maestro, di questa forza di volontà, non sembra proprio farne a meno, continuando a portare avanti numerosi progetti: “Le mie storie sono viaggi appartenenti ad un unico grande disegno che non può avere fine” afferma Matsumoto e aggiunge: “Lavorando si continua a migliorare”.
E quando dalla sala stampa gli chiedono se la tecnologia abbia influito sul pubblico, il maestro fa notare come il vero problema non siano le nuove tecnologie, ma le società sempre più divise: “Al giorno d’oggi non è possibile issare bandiere o tracciare confini. L’umanità deve superare qualsiasi differenza per proteggere il Pianeta”.
In seguito Mtsumoto, omaggiato con un grande applauso, saluta la stampa con un ultima confessione: “Sapete perché il Galaxy Express ha come numero il 999? Perché se fosse arrivato a mille raggiungerebbe il massimo, la piena maturità. Il 999 invece esprime giovinezza, voglia di speranza”.
VL