Sono oggi trascorsi già sette anni da quel triste 20 aprile 2009, quando un destino assurdo e crudele, sotto forma di un brutto male, ti strappò agli affetti dei tuoi cari e di chi ti aveva saputo apprezzare durante i tuoi non ancora compiuti 43 anni ….
di Giovanni Manenti
Giungesti a Pisa nell’estate ’91, dopo l’ultima stagione in Serie A dei nerazzurri e su di te si faceva affidamento per l’ennesimo pronto ritorno nell’Elite del Calcio Nazionale come sempre avvenuta nell’epoca Anconetani, in una formazione che poteva annoverare giocatori di primo piano come Spagnulo tra i pali, Chamot, il povero Andrea Fortunato, Mirko Taccola in difesa, Bosco e Simeone (sì, proprio lui, “Il Cholo” …) a centrocampo, mentre tu andavi a comporre un trio d’attacco con Scarafoni e Ferrante per nulla da disprezzare …
Non andò benissimo quella stagione, chiusa comunque ad un onorevole sesto posto, così come la successiva, in cui i nerazzurri “scalarono” all’ottavo posto, primi sintomi che l’avventura del Pisa tra i Professionisti stava volgendo al termine …
Ma tu restasti al tuo posto, non volevi mollare, unico insieme a Bosco a percorrere gli ultimi tre anni di B sino all’amara conclusione della stagione 1993-’94, culminata con lo spareggio perso ai calci di rigore contro l’Acireale a Salerno che sancì, causa il successivo Fallimento Societario, la sparizione per anni del Pisa dal Calcio Professionistico …
Tocco anche a te, Franco, tirare uno di quei cinque rigori, eri il secondo della serie, dopo che Rocco si era visto parare il suo tentativo, errore neutralizzato dal legno colpito subito dopo da Tarantino per i siciliani …
Andasti sicuro sul dischetto, anche se non era la tua specialità, convinto di segnare, ma il tuo tirò andò a schiantarsi sulla traversa dell’Arechi e risultò determinante per l’esito finale, poiché da allora tutti gli altri rigoristi andarono regolarmente a segno …
Ma nessuno, a Pisa, ti ha mai rimproverato quell’errore, visto che nei tre anni in maglia nerazzurra sei sempre stato uno dei più presenti, con ben 105 presenze all’attivo, si vede che era destino che la vita (calcistica ..) di Pisa dovesse “finire quel giorno e non ci sarebbe stato ritorno …”, prendendo a prestito le parole del tuo famoso concittadino genovese, l’immenso poeta Fabrizio De Andrè …
Finita la carriera agonistica, ti eri ritagliato uno spazio come opinionista televisivo in alcune Tv locali della “tua” Genova ed avresti voluto dare il tuo contributo nel formare giovani calciatori, avendo avuto modo di seguire, quale Responsabile tecnico, una scuola calcio giovanile …
Già, avresti …, quanti progetti, quanti sogni realizzabili vengono poi spazzati via da una sorte ria e malvagia di cui facciamo fatica a capacitarci, strappandoti ai grandi Amori della tua vita, la cara compagna Nadia ed il figlio Simone ….
Un fraterno abbraccio …..