Poste Italiane ha confermato la propria decisione di chiudere 11 uffici postali in provincia di Pisa, a partire da settembre, per far fronte al programma di razionalizzazione delle Poste, con l’obiettivo di recuperare l’efficienza economica. Non considerando però la conseguenza dei disservizi ai titolari di imprese e soprattutto che metterà in grossa difficoltà decine di migliaia di persone, residenti nei paesi più piccoli, in particolare gli anziani e le persone che sono impossibilitati a spostarsi verso paesi più grandi. I Sindaci, le associazioni d’impresa ed esponenti politici si stanno mobilitano per scongiurare la fuga dal territorio di servizi essenziali. In questo periodo si sono svolte diverse proteste e mobilitazioni nei comuni del Lungomonte Pisano, nei giorni scorsi a Castelmaggiore frazione del Comune di Calci, questa mattina presidio davanti l’ufficio postale di San Giovanni alla Vena frazione di Vicopisano, per scongiurare la chiusura dello sportello postale. Il presidio è stato organizzato dall’amministrazione comunale, al quale hanno preso parte anche diverse decine di cittadini e con la partecipazione del consigliere regionale PD Antonio Mazzeo che pubblicamente si impegna come Partito Democratico, di essere al fianco delle amministrazioni comunali coinvolte e della Regione perché con Poste Italiane venga trovata una soluzione soddisfacente per tutti. A metà luglio in consiglio regionale è stata approvata una mozione in loro difesa e ora sosterremo con forza il lavoro del Presidente della Regione Enrico Rossi che nei prossimi giorni riprenderà gli incontri con il governo per cercare possibili soluzioni alternative alla chiusura di uffici. “Pur comprendendo la volontà di Poste di procedere a una diminuzione dei costi – ha quindi concluso il vicesegretario del PD Toscana – viviamo questa fase con grande preoccupazione e crediamo che invece delle chiusure tout court degli uffici si possano ipotizzare altre strade di concerto con Poste, Regione, Comuni e governo nazionale. Penso come estrema ratio, ad esempio, ad una eventuale razionalizzazione degli orari di apertura o alla ricerca di immobili pubblici o dismessi da utilizzare per ospitare l’ufficio postale permettendo alla società di abbattere comunque i propri costi di gestione”.
MP. 22 ago