In una conferenza stampa di oggi, giovedì 4 febbraio, i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Pisa e Pontedera, Elisabetta Zuccaro (per il gruppo consiliare di Pisa) e Andrea Paolucci (per il gruppo consiliare di Pontedera), sono intervenuti sulla gestione della Geofor e il suo conferimento a RetiAmbiente.
La vicenda del conferimento di Geofor in RetiAmbiente è rimasta una pagina oscura dell’amministrazione comunale pisana per la fretta e la scarsa trasparenza con cui è avvenuta nello scorso mese di dicembre. Se i Revisori dei conti hanno lamentato di non disporre della documentazione necessaria per effettuare la dovuta valutazione degli effetti della liquidazione dei soci privati – è stato detto in conferenza stampa dai rappresentanti del M5S – la recente audizione del Presidente di Geofor in commissione bilancio ha aggravato i dubbi e ha evidenziato che la società ha accumulato negli anni 32,2 milioni di crediti di difficile esigibilità, di cui solo 6,7 sono stati riscossi. Sul resto è tutto un balletto di perizie e controperizie fatte a spanne, in modo incoerente e usando differenti basi di calcolo, al fine di per nascondere che, di quel buco di 25,5 milioni, entreranno in cassa forse, se va bene, 4,7 milioni. Che significa? Significa che i rimanenti 20,8 milioni € in mano a Equitalia sono già considerati persi in bilancio al 70% e i cittadini che pagavano, si sono visti aumentare le tasse sui rifiuti, per spalmare su di loro e ripianare le perdite causate da una cattiva gestione della riscossione. Ma la creatività finanziaria dell’amministrazione, ha portato, oltre che a un discutibile balletto di perizie sul reale valore dell’azienda, a usare tutta la propria liquidità per riacquistare le quote dei soci privati (da dove viene la liquidità se non dai contribuenti, considerando le perdite dell’inceneritore di 3 milioni all’anno?), per poi entrare in RetiAmbiente con un patrimonio ridotto del 40% (8.430.000 ml€ contro 14.050.000 del valore periziato), portandosi dietro una montagna di debiti (12 milioni) contratti successivamente alla perizia stessa. In un comune che vanta il settimo posto in Italia – sottolineano i rappresentanti del Movimento – nella classifica assoluta delle tasse sui rifiuti più salate, con un servizio assegnato senza gara, in proroga ormai da oltre 5 anni, il cui costo è aumentato del 60,2% dal 2010 ad oggi, raggiungendo addirittura il quinto posto della classifica nazionale dei rincari, viene il dubbio che quello che chiamano riordino delle partecipazioni azionarie sia presumibilmente un disordine idoneo a celare le gestioni del passato sulle quali, in altre parti d’Italia, sono cominciati ad arrivare avvisi di garanzia. Così, nella nuova architettura e capitalizzazione di RetiAmbiente, si perdono le responsabilità dei carrozzoni di partito, andando a gara con privati che portano capitali freschi, in cambio di una garanzia sul business dell’incenerimento per i prossimi 20 anni e 6 miliardi di corrispettivi garantiti in tariffa.