La movida è una grande risorsa per le città, occorre però che siano fatte rispettare le regole. E’ il Presidente del Centro Storico di Confcommercio Pisa, nonché presidente toscano del Sindacato Locali da Ballo Alessandro Trolese a intervenire sul tema: “Movida vuol dire vivere e godere al meglio la città, piace a un sacco di persone e coinvolge quasi tutte le classi di età, ed è un errore pensare che interessi esclusivamente i giovanissimi e gli studenti universitari. Il divertimento serale può rivelarsi una ottima opportunità di sviluppo turistico per quelle località illuminate capaci di valorizzarla a dovere. Non mancano esempi anche in Italia, pensiamo alla costa romagnola oppure al Salento. Loro ci sono riusciti, non vedo perché non dovremmo provarci pure noi”.
La premessa fondamentale perché non si trasformi in un incubo, secondo Trolese, è legata al rispetto delle regole da parte di tutti: “Se alcuni giocano con regole diverse l’equilibrio del mercato salta per forza. Sappiamo che la domanda di alcolici è potenzialmente illimitata e che muovere la leva del prezzo al ribasso vuol dire incrementare esponenzialmente il consumo, così il lavoro illegale e indiscriminato dei venditori abusivi e di tutti quei locali che non hanno licenza per somministrare finisce per devastare l’equilibrio garantito dai soggetti autorizzati e alimentare i disastri che ben conosciamo. Eliminare dal campo questi concorrenti dannosi, abusivi, irregolari è e dovrebbe essere il compito principale delle istituzioni, comune e forze dell’ordine in primis”.
“Puntare il dito contro i locali è un vero controsenso” – prosegue Trolese – “corsi di formazione, campagne di sensibilizzazione, salvo eccezioni la categoria ha sempre dimostrato un grande senso di responsabilità. Ad essere irresponsabili sono alcune proposte tipo chiudere piazza dei Cavalieri: c’è chi pensa che dovremmo tornare ai tempi del coprifuoco per colpa di un manipolo di abusivi senza scrupoli, una proposta così assurda che si commenta da sola”.
Trolese coglie infine l’occasione per rispondere alle sollecitazioni a mezzo stampa del direttore Marco Sbrana: “Vista l’emorragia di soci, comprendiamo bene l’ossessione dell’altra associazione per Confcommercio. Però le nostre strade sono e debbono essere completamente separate, come due rette che non si incontrano mai. Non vogliamo essere né coinvolti né accostati a loro, non chiediamo loro alcun parere e non abbiamo con loro niente, ma proprio niente da spartire”.