Pisa – L’autrice Yuri Leoncini ha presentato in anteprima al Pisabook festival il suo secondo romanzo “Noi, lo giuro” (Marchetti Editore). Una storia di amicizia che va dritta al cuore: Marta, piccola, minuta, silenziosa, e Ana, esuberante, bellissima e decisa. Il sole e la luna. Due ragazzine del liceo, la prima si è appena trasferita in città, la seconda vive in un campo sinti. Una storia di rabbia e violenza. Di pregiudizi e stereotipi. Marta e Ana ‘urlano’ il proprio disagio al mondo, sullo sfondo il mondo della scuola – spesso inerme e impotente – , il cyber-bullismo, quella ‘sporca zingara’ che facilmente sfocia nell’aggressione vera e propria. Il tutto con una scrittura limpida, un romanzo per gli adolescenti e per i grandi spesso troppo distratti per insegnare il valore e la ricchezza della ‘diversità’.
Yuri Leoncini, insegnante di una scuola media inferiore pisana, nata a Piombino ma residente a Calci, torna a parlare di temi forti legati all’adolescenza: lo aveva già fatto con il primo romanzo ‘Io come Pinocchio” che raccontava, appunto, di bullismo a scuola. Un libro che ha girato la penisola e gli istituti scolastici impegnati in percorsi sulla prevenzione del fenomeno del bullismo.
Marta e Ana sono #bf ovvero best friend e vivono a pieno quella magica trottola che è il periodo dell’adolescenza, stagione piena di insicurezze ed energia all’interno della quale la famiglia fa fatica spesso ad entrare veramente e molti docenti – ma non tutti (il libro lo dimostra) – sono solamente spettatori. “L’idea di questo romanzo – spiega Yuri Leoncini – nasce da una intervista a una giovane sinta, ricercatrice in geopolitica e attivista da anni per i diritti dei sinti e dei rom: Eva Rizzin. Mi ha colpito la storia della sua famiglia e il suo orgoglio nell’essere sinta: tutto ciò ha ispirato la solarità, la fierezza e la missione di riscatto sociale di Ana. Ringrazio anche le mie allieve Feride, Negibe e Nancy per avermi raccontato come è la vita in un campo…”.
(Foto Prinzivalli)