Pisa, lunedì 20 Febbraio 2023 – Domani, martedì 21 febbraio (dalle 14, diretta streaming), nuova seduta del Consiglio Comunale. All’ordine del giorno un question time, numerose interpellanze e numerose mozioni. Il quiestion time, a firma della consigliera Benedetta Di Gaddo (Pd), è sulle iniziative per le scuole delle giornate Galileane. Gli risponderà l’assessora alla pubblica istruzione Sandra Munno. Tra le interppellanze si ricorda quella della consigliera Maria Antonietta Scognamiglio (Pd) relaziìve alle iniziattive della Pisamo nel quartiree di San Francesco – gli risponderà il Sindaco di Pisa, Michele Conti – e quella, del consiglire Franesco Auletta (Diritti in Comune) sulla Darsena Europa, il maxiinvestimento per il Porto di Livorno. A quest’ultima interppellanza risponderà l’assessore all’ambiente Filippo Bedini. Tra le mozioni, infine, si ricorda quella sulle aree a verde nella nostra città – primo firmatario il consiglire Paolo Cognetti (Lega) – quella contro il pedaggio sulla FIPILI – primo firmatario il consiglere Riccardo Buscemi (Fi) – e quella, infine, sulla disciplina dei veicoli trainati da cavalli – prima fiormataria, la consigliera Giulia Gambini (FdI). Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale di giovedì 16 Febbraio, si ricorda che furuno approvate due importanti mozioni.
La prima – a firma del consigliere Giovanni Pasqualino (Lega) – chiedeva alla Regione di “saldare il debito con Pisa”, in riferimento ai 2,5 milioni di euro derivanti dalla vendita delle azione SAT.
“La Regione Toscana – aveva così esordito Pasqualino (Lega) – saldi il debito con Pisa e mantenga la promessa fatta dal Governatore Rossi allora, e dal Presidente del Consiglio regionale Mazzeo poi, di provvedere, nella prima variazione di bilancio utile, allo stanziamento dei 2,5 milioni di euro per la Cittadella Galileiana”.
La seconda mozione – primo firmatario il consigliere Gino Mannocci (Lega), nella foto – era contro la direttiva europea che impone un adeguamento energetico alle case degli italiani cioè di portarle, entro il 2030, dalla classe “E” alla classe “D”:
“Gli interventi richiesti dall’Europa – ha così commentato il consigliere Mannocci – riguardano il 75% delle case italiane con un costo stimato di 1.500 miliardi che andrebbero a gravare sulle tasche dei cittadini italiani sia proprietari che inquilini perché ovviamente anche il mercato degli affitti risentirebbe un rialzo di costi. E per chi non ha le disponibilità per adeguare la propria casa agli standard green si aprirebbe la porta alla svalutazione della propria casa, a tutto vantaggio di speculatori nazionali ed esteri”.