Le pene variano dai 3 ai 4 anni per gli autori dei blitz nelle case tra Pisa e Livorno, i preziosi rubati venivano venduti ai “Compro oro” e i profitti investiti all’estero. Era una banda con almeno 17 persone coinvolte, in prevalenza georgiani, i professionisti del furto sono stati giudicati dal gip Antonio Pirato. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Pisa hanno condotto l’operazione denominata “Gold & Silver, su delega della Procura livornese.
Nel corso delle indagini gli investigatori, tra pedinamenti e intercettazioni, hanno scoperto il piano criminale che i ladri avevano messo insieme, in cui il furto in casa o nei negozi era l’unica attività degli imputati, capaci di alimentare un flagello senza fine. Su Pisa ci sono gli episodi della ricettazione e due furti in via dell’Aeroporto e da Valenti in Borgo Stretto con un bottino di scarpe di lusso per oltre 25.000 euro. Le intercettazioni davano l’idea dell’interpretazione del furto come di un lavoro “normale”. «Speriamo in giorno fortunato». Gospodinov telefona alla moglie di mattina. «Io sono già arrivato e spero che oggi sia un giorno fortunato.
I ladri protagonisti, in ruoli diversi, uscivano la mattina con l’obiettivo di rubare nelle abitazioni degli altri. Diverse compagne o connazionali degli imputati lavorano come badanti in provincia, tra Pisa e Pontedera, e in alcuni casi sono state usate per vendere l’oro trafugato, ma anche, computer, tablet, macchine fotografiche e pellicce per poi inviare i soldi nel Paese di origine, una quindicina di colpi tra Pisa e Livorno, di cui i carabinieri sostengono di avere prove schiaccianti. La loro tattica: dopo aver fatto un sopralluogo, entravano in azione praticavando tecniche di contro pedinamento sia quando si spostavano in treno sia in strada, in questo modo avevano pianificato un giro di furti andato avanti dall’aprile 2013 al gennaio 2014, i profitti ricavati dallo svaligiare le case venivano reinvestiti tra il Paese di origine e la Romania.