L’elezione di Federico Bellandi (filo-Bacci) alla segreteria comunale, ha scaturito una bufera all’interno del PD, in virtù dell’accordo con l’area Bolognesi al ballottaggio. Un nutrito numero di esponenti civatiani si sono dimessi da tutti gli organismi in cui sono stati eletti nell’ultimo congresso territoriale e annunciano già che non rinnoveremo l’iscrizione al Pd.
Insieme al leader civatiano labronico Antonio Ceccantini e all’ex candidata alle primarie Oriana Rossi, si dimettono anche Marco Di Bisceglie, Alessandra Calcagno, Andrea Colli, Giuseppe Sansò, Elena Betti, Fabio Bernardini, Carlo Santucci e Ilaria Porciani. Se ne vanno rivendicando di aver contribuito a fondare il Pd nel 2007 ma – si rileva – «nel corso degli anni ci siamo imbattuti costantemente in una resistenza dell’apparato politico del partito impermeabile a qualsiasi critica e cambiamento».
I firmatari della lettera «a un partito mai nato» ribadiscono che negli ultimi mesi hanno assistito «ad un’ulteriore involuzione del Partito democratico, ridotto ormai ad un vero e proprio comitato elettorale che ha volutamente dimenticato le radici “uliviste” che avevano contribuito in modo determinante alla sua nascita». E se «gran parte della vecchia classe dirigente è passata con armi e bagagli sul “carro renziano”» e ha trovato «ampi spazi politici», capita invece – si afferma – che «ogni forma di dissenso sulle scelte governative viene vista con fastidio, impedendo, di fatto, un serio e costruttivo confronto negli organismi di partito ed istituzionali competenti».