Ponsacco (Pisa), 17 aprile 2023 – È un tour dei luoghi della memoria quello che ha coinvolto i ragazzi e le ragazze delle terze medie della scuola Niccolini di Ponsacco. Luoghi a pochi chilometri da casa, testimoni di eventi che fanno parte della storia mondiale.
Il progetto si chiama “Percorsi della memoria” ed è
cominciato con la presentazione nelle classi dell’omonimo libro di
Silvano Granchi. L’obiettivo è ricostruire le vicende che si celano
dietro i nomi delle piazze e delle vie di Ponsacco. Nelle scorse
settimane i ragazzi sono stati accompagnati nei luoghi che hanno visto
il passaggio della Seconda Guerra Mondiale, per dimostrare in maniera
tangibile quanto la storia sia qualcosa di incredibilmente vicino a noi.
La prima tappa è stata il Palazzo Comunale. Qui Franco Citi, presidente
dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, ha raccontato la storia di
alcuni oggetti ritrovati a Ponsacco. Un pezzo di cingolo di carrarmato,
un elmo tedesco e uno americano. Poi ha invitato alla lettura dei nomi
delle vittime civili ponsacchine. «Sono morti – ha spiegato Citi –
mentre già gioivano per la libertà, tra il 14 luglio e il 17, giorno in
cui Ponsacco festeggia la fine della guerra. Fatevi raccontare dai
vostri genitori, dai nonni, dai vicini di casa cos’è stata la guerra e
cosa vuol dire perdere la libertà».
Poi la seconda tappa nella tenuta di Camugliano, dove fu uccisa Maria
Bacci, diventata il simbolo delle vittimi civili e delle atrocità della
guerra. Sosta al Poggino per parlare dei rifugi, di come si vivesse
chiusi lì sotto ma anche per ricordare la marginetta, i doni e le
preghiere che i Ponsacchini affidavano alla Madonna per sfuggire alla
guerra.
«Conoscere la propria città – hanno detto la sindaca Francesca Brogi e
l’assessora all’istruzione Stefania Macchi – è qualcosa di prezioso per
tutti i cittadini che la abitano. Questo progetto ha l’obiettivo di far
“toccare” con mano i luoghi della guerra. Spesso la storia viene vista
come una serie di avvenimenti accaduti in un tempo e in uno spazio
lontano da noi. Non è così. Ponsacco porta ancora quelle cicatrici, i
segni della guerra ed è dovere di tutti conoscerli e tramandarli».