I Cobas fanno un’analisi della situazione del precariato nella nostra città e il quadro che ne esce non è incoraggiante.
La continua precarietà senza certezze e a volte con il mancato rinnovo del contratto come il regalo che prima di Natale il CNR ha fatto a 4 lavoratrici dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa, afferenti alla Sezione di Epidemiologia e Ricerca sui Sistemi Sanitari, appunto il mancato rinnovo del contratto in scadenza il 31 dicembre 2015 per mancanza di fondi. La mobilitazione ha costretto l’Amministrazione del CNR di Pisa a prorogare i contratti sino al 31 marzo, ma anche questa data si avvicina rapidamente. Altri mancati rinnovi nel corso degli anni hanno espulso centinaia di precari dagli enti pubblici pisani, basti ricordare quanti pur avendo anche 3 anni di anzianità (precaria) sono stati mandati a casa senza alcuna prospettiva di stabilizzazione. Si parla di soldi che mancano, quando basterebbero 100.000 euro per assicurare il posto di lavoro alle 4 lavoratrici precarie, mentre l’Istituto di Fisiologia Clinica è stato al centro di uno scandalo nazionale, finito nel mirino della procura di Pisa per un buco di bilancio fra i 4 e i 10 milioni di euro prodotto da un sistema su cui è ancora aperta un’inchiesta della magistratura. Ci parlano quotidianamente di lotta alla precarietà, lotta agli sprechi ma non è cosi. Qui non cambia nulla e la precarietà aumenta, solo al CNR tra tempi determinati e atipici si parla di circa 4.000 precari, si parla di trattenere i cervelli in fuga ma realmente nulla si fa per metterli nella condizione di restare, anzi si cancellano ulteriori diritti e con l’introduzione del Jobs Act la precarietà di fatto sarà la nuova forma di lavoro del futuro. Il Comune di Pisa poi ha gettato un velo di silenzio sul Consorzio Pisa ricerche chiuso per l’ennesimo scandalo e con la perdita di tante professionalità. Il precariato è dilagante nella città di Pisa , precariato mascherato talvolta dall’uso distorto dei vaucher, con il diffondersi del lavoro nero all’ombra della movida e dei locali fino ai contratti a tempo, alle collaborazioni , alle partite iva tra enti pubblici, Cnr, Università e ospedale, un precariato che nel migliore dei casi aspira a un contratto a tempo determinato nella speranza di un concorso che la Legge di stabilità ha reso sempre più difficile visto che un solo dipendente su 4 che vanno in pensione nel pubblico potrà essere sostituito.