Pisa – Chiamata direttamente in causa, la presidente di ConfcommercioPisa Federica Grassini replica alle parole che l’amministratore unico di Pisamo Fabrizio Cerri ha usato per giustificare il progetto e l’investimento del Pisa Mover. “Ci sarebbe da sorridere, forse, se la questione non fosse purtroppo di importanza vitale per Pisa e i suoi cittadini. Stavolta, è proprio il caso di dire che la toppa è peggio del buco, quando leggiamo che Cerri afferma, con apparente cognizione di causa, che se i conti del PisaMover non tornano la colpa è dei bus turistici che arrivano all’aeroporto. Con tutto l’impegno possibile, ogni margine di ragionevolezza si perde in questa affermazione insensata. E’ come dire che i conti del negozio di biciclette non tornano perché si continuano a far circolare le automobili, o che i cinema sono in rosso perché nei negozi si trovano televisori in vendita. Se non è una battuta da teatro dell’assurdo di Beckett o Ionesco poco ci manca”. Grassini conferma la propria idea: “Inutile nasconderci dietro un dito, siamo di fronte ad un’opera faraonica rispetto ad una elementare equazione costi/benefici. C’era un discreto e funzionante servizio di bus navetta che collegava stazione ad aeroporto, e tanto sarebbe bastato. Getta nello sconforto, invece, la matrice di stampo veterodirigista che Cerri enfatizza dietro una simile operazione: così racconta che nel progetto si prevedeva, e forse si dava per scontato, che i 600 mila passeggeri degli autobus, folgorati sulla via di Damasco del Pisa Mover, sarebbero accorsi in massa a sperimentare l’opera simbolo delle magnifiche sorti e progressive dell’ultimo ritrovato tecnologico in ambito di trasporti. Queste 600.000 persone, ad oggi, non si sono ancora convertite al nuovo credo, ma certo restiamo stupefatti nell’apprendere che una delle modalità per ricondurre alla “Ragione” questi utenti sarebbe proprio quella di fare tabula rasa e cancellare la concorrenza con gli stessi autobus. Quella stessa concorrenza che ad ogni piè sospinto è sbandierata come virtuosa e strategica per i consumatori, e che di colpo diventa fumo negli occhi”.
“Ci fa piacere che il quartiere di San Giusto abbia benefici” – prosegue nella sua replica la Grassini – “ma dall’esperto Cerri scopriamo qualcosa di più: che per
oltrepassare un binario, per realizzare nuove rotatorie, per riqualificare marciapiedi e piste ciclabili occorre contestualmente realizzare un’opera di almeno 72 milioni di euro!”. L’auspicio della presidente di ConfcommercioPisa è che “questa scommessa, basata anche su trend di crescita dei passeggeri aeroportuali tutt’altro che scontati, non ricada ulteriormente sulle spalle e nelle tasche di cittadini e imprenditori. Oltre il danno la beffa, e fuori dai denti, quella matrice dei rischi ci preoccupa molto, moltissimo”. “Cerri mi accusa di fare un assist involontario ad interessi che non sono quelli che rappresento” – così conclude Grassini: “Lo invito ad essere più trasparente e meno sibillino. E a non fare troppe lezioni agli imprenditori: che se nei loro business plan avessero impiegato alcuni dei criteri utilizzati nel progetto Pisa Mover, molte delle loro aziende sarebbero già chiuse”.