Pisa, 5 luglio 2021 – “Simoni alla Scotto: una lottizzazione in piena regola.” Cosi si legge in un comunicato di
Francesco Auletta – Diritti in Comune, Olivia Picchi – PD, Gabriele Amore – M5S, che prosegue: “La scelta di Simoni come direttore del Pisa Scotto Festival è, come denunciamo da tempo, una lottizzazione politica vera e propria, in cui a fare la parte del leone è il partito della Meloni.
A metterlo nero su bianco è la stessa Presidente del Teatro Verdi, l’onorevole Tangheroni che dalla sua nomina è passata da uno strafalcione all’altro e che, nonostante la sua opposizione, si è alla fine trovata costretta a fornici la documentazione con cui è stato scelto il responsabile nazionale di FDi del settore Teatro come direttore del Festival.
La stessa Tangheroni ci spiega che casualmente il Teatro e il Comune hanno ricevuto una proposta da parte dello stesso Simoni di fare un Festival allo Scotto di 3 mesi (e la cosa di per sé suscita ilarità per la modalità con cui è narrata), al che la Fondazione ha presentato la proposta al Comune e la stessa Fondazione “in stretto raccordo con l’assessore Magnani” ha valutato le proposte inserite nella calendarizzazione degli eventi estivi, “ritenendo la proposta congrua.”
Pisa è una città magica e accadono coincidenze incredibili. L’assessore ad inizio anno annuncia in commissione che sarà svolto un festival estivo all’interno del giardino scotto, e, come per magia e per puro caso, si ritrova la sua stessa proposta presentata dal collega di maggioranza politica Massimiliano Simoni.
E’ tutto da immaginare poi l’incontro tra la Presidente Tangheroni e l’assessore Magnani che si ritrovano a valutare il programma del nostalgico del ventennio e apprezzano la proposta di inserire nel programma il video dello stesso assessore. Ecco come quali sono le modalità con cui si fanno le scelte di politica culturale nella nostra città: scambiano un festival estivo di una città come Pisa per una sagra di FdI e di qualche amico.
Ovviamente la Fondazione Teatro non ha fatto alcuna procedura pubblica di selezione per scegliere la direzione del Festival perché anche qui casualmente si è fatto un affidamento sotto i 40.000 mila, ed esattamente per una cifra di 39.600. Anche questo è un malcostume e una strategia consolidata per cui si rimane di qualche euro sotto soglia per evitare forme pubbliche di selezione e dire che si è a posto con la normativa.
Di fronte a tutto questo non è accettabile farsi prendere in giro: siamo di fronte ad una lottizzazione della peggiore specie che è una cartina di tornasole della modalità di operare di questa maggioranza che in tutti i settori delle comunali e delle partecipate sta portando avanti questo metodo.
Si sono presentati alla città come una forza nuova e del cambiamento, si assiste invece a vecchi meccanismi da prima repubblica e, diciamoci la verità, senza avere neppure la caratura.”