Pisa, mercoledì 7 dicembre 2016 – Il gip di Pisa ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura per un’inchiesta, aperta nel giugno 2015, sulla mancata adesione del Comune di Pisa all’opa d’acquisto lanciata da ‘Corporacion America Italia’ sulle azioni di Sat per la fusione con l’aeroporto di Firenze. A far aprire il fascicolo era stata una relazione dei sindaci revisori del Comune. Due gli indagati: il sindaco Marco Filippeschi e l’allora segretario generale del Comune, Angela Nobile. Le accuse, a vario titolo, erano di corruzione e falso in atto pubblico. La richiesta di archiviazione è stata respinta e il gip ha obbligato il pm Giovanni Porpora a formulare l’imputazione per chiedere al gup il rinvio a giudizio di Filippeschi e Nobile. A rendere nota la vicenda è stato lo stesso Filippeschi in una conferenza stampa di questo pomeriggio. Il Sindaco di Pisa ha fatto pervenire una nota che pubblichiamo di seguito.
“Premetto che il testo che sto per consegnarvi e che prego di pubblicare integralmente è condiviso, in ogni sua parola, dalla Dott.ssa Angela Nobile che con me lo ha redatto e sottoscritto.
Senza nascondere lo stupore con cui ho accolto la notizia, non esito tuttavia un solo istante a renderla pubblica, per il dovere di chiarezza e per rinnovare l’evidenza di fatti già conosciuti.
Nel giugno dello scorso anno i componenti dell’Organo di Revisione del Comune di Pisa inviarono alla Procura della Repubblica un esposto il cui contenuto è ben noto a tutti avendo avuto un’ampia risonanza mediatica. In esso si rappresentava l’esistenza di un possibile danno per le casse comunali dovuto alla mancata adesione all’offerta pubblica di acquisto lanciata da “Corporacion America Italia s.p.a.” sulle azioni di SAT e si accennava all’eventualità che la Dott.ssa Nobile, all’epoca Segretario Comunale, nel predisporre – nel febbraio del 2015 – una nota concernente il riparto delle competenze fra i vari organi comunali in relazione al progetto di fusione tra SAT e Aeroporto di Firenze, potesse essersi trovata in un conflitto di interessi visto che ricopriva la carica di Consigliere di Amministrazione di SAT.
Peraltro, su queste due specifiche questioni, avevo già puntualmente risposto il 22 giugno 2015 con una relazione indirizzata al Presidente del Consiglio Comunale, confrontandomi comunque anche con tutti i consiglieri comunali, insieme alla Dott.ssa Nobile, ai Dirigenti competenti e ai consulenti del Comune.
Il Pubblico Ministero incaricato di occuparsi dell’esposto, di sicuro per svolgere incisive e penetranti attività investigative, riteneva di iscrivere il nominativo mio e della Dott.ssa Nobile nel registro degli indagati ipotizzando la sussistenza di due reati.
Innanzitutto, un fatto di “corruzione” perché quella nota della Dott.ssa Nobile mi avrebbe consentito di non aderire all’offerta pubblica di acquisto – vale a dire di non vendere le nostre azioni nella SAT (si noti bene: come aveva già deciso con voto unanime nel 2014 il Consiglio Comunale) – senza coinvolgere quest’ultimo, così facendo perdere al Comune cinque milioni di euro, e ciò al fine di procurare alla stessa Dott.ssa Nobile, testualmente: “un vantaggio patrimoniale consistito nel permanere all’interno del Consiglio di Amministrazione di SAT”.
Inoltre, un fatto di “falsità in atto pubblico”, in ragione del sospetto adombrato dall’Organo di Revisione che quella nota della Dott.ssa Nobile non fosse stata redatta nel febbraio 2015, quando era stata protocollata nel mio protocollo informatico.
Svolte però incisive e penetranti indagini (di cui ovviamente né io né la Dott.ssa Nobile eravamo a conoscenza), il Pubblico Ministero non poteva far altro che concludere richiedendo l’archiviazione del procedimento, senza neppure ritenere la necessità di ascoltarci, motivando: “non essendo emersi fatti reato a carico degli indagati”.
In effetti, non c’era dubbio alcuno: 1) che non vi era stata alcuna perdita di natura patrimoniale per il Comune dalla mancata adesione all’offerta pubblica di acquisto (e neanche dalla successiva fusione); 2) che non vi era stato né poteva esservi temporalmente alcun collegamento tra la nota della Dott.ssa Nobile resa i primi giorni di febbraio 2015 e la mancata adesione all’offerta pubblica di acquisto, decisa all’unanimità dal Consiglio Comunale nel maggio 2014, (vicenda, questa, comunque conclusasi nel successivo mese di giugno 2014); 3) che quella nota era stata da me protocollata il 5 febbraio 2015 e che essa riguardava soltanto la questione di quale fra gli organi comunali dovesse pronunciare l’ultima parola sulla fusione tra le società SAT e Aeroporto di Firenze; 4) che dell’offerta pubblica d’acquisto e della fusione fra SAT e Aeroporto di Firenze era sempre stato costantemente informato il Consiglio Comunale che aveva votato risoluzioni e indirizzi inequivocabili sulla strada da seguire, anche sulla base delle risultanze di studi effettuati per il Comune da un advisor indipendente che aveva relazionato più volte i consiglieri comunali (parere che fra l’altro, nella decisione sulla fusione, fu fatto proprio dalla Camera di Commercio) e seguendo lo stesso procedimento degli altri soci pubblici di SAT che non a caso avevano presentato poi un’unica lista di candidati per l’elezione del Consiglio di Amministrazione di Toscana Aeroporti.
Del resto, neppure lontanamente immaginabile era l’idea che tutte le scelte compiute dal Comune di Pisa riguardo a SAT, scelte legittime e ampiamente ponderate di cui mi sono fatto portavoce, potessero essere state ispirate dalla finalità di conservare alla Dott.ssa Nobile un posto in Consiglio di Amministrazione nella nuova società, carica che, come tutti ben sanno, le procurava un compenso a dir poco modestissimo. E tacendo, ad ogni buon conto, la circostanza che quando la Dott.ssa Nobile fu nominata nel luglio del 2015 in Consiglio di Amministrazione, tutti gli originari soci pubblici della SAT non esitarono un solo istante a sottoscrivere la sua candidatura.
Ciò nonostante, il Giudice per le indagini preliminari con un suo recentissimo provvedimento ha rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dal Pubblico Ministero, obbligandolo a formulare l’imputazione, ovverosia costringendolo a chiedere al Giudice dell’udienza preliminare il rinvio a giudizio mio e della Dott.ssa Nobile.
Non chiedetemi perché il Giudice per le indagini preliminari abbia deciso in tal senso, perché per legge non ha il dovere di motivare diffusamente questo suo provvedimento.
Posso dire che non lo capisco; so solo che – la sua – pare più che altro una sollecitazione ad un approfondimento dei fatti che sopra ho narrato, ed in verità – come ha scritto – “anche a tutela degli stessi soggetti indagati”.
Attendo pertanto che venga fissata, spero al più presto, l’udienza preliminare, confidando che già in quella sede si concluda questa vicenda che, lo ripeto una volta di più, davvero non riesco a capire.
Sono pronto a fornire tutti quei documenti pubblici che possono comprovare l’assoluta verità di tutto quanto ho dichiarato, documenti che comunque metterò a disposizione presso la mia Segreteria e in uno spazio-web dedicato. Prego soltanto di non avanzare richieste di altra natura a cui non potrei oggi far fronte come vorrei, perché i procedimenti penali si celebrano nelle sedi di giustizia. E questo non è diverso.”
Pisa, 7 dicembre 2016
(Marco Filippeschi)
(Angela Nobile)