Cascina (Pisa) – Sono Raissa Brighi e Luca Marengo i nuovi direttori artistici della Città del Teatro di Cascina. Presentazione dei nuovi direttori nella sala del ridotto. Il cda della Fondazione Sipario Toscana ONLUS al completo: la presidente Antonia Ammirati, il vicepresidente Guido Mottini, il consigliere Matteo Arcenni. Alla conferenza stampa sono intervenuti Dario Rollo, vicesindaco Comune di Cascina e Leonardo Cosentini, assessore alla cultura Comune di Cascina. La presidente Antonia Ammirati ha aperto l’incontro ringraziando il sindaco Susanna Ceccardi e tutta l’amministrazione comunale per il sostegno che la stessa ha sempre dimostrato nei confronti della Fondazione. Ha presentato i due nuovi direttori. “Questo luogo – ha dichiarato la presidente – ha la necessità di diventare qualcosa di diverso da quello che è. Non è una critica alla gestione precedente, anzi ringrazio tutti coloro che ci hanno preceduto, ma il tempo passa, le cose si modificano e qui c’è la necessità di una svolta che adegui questo teatro ai tempi che viviamo. La direzione artistica così articolata dovrebbe essere in grado di rispondere alle nuove esigenze. Una pluralità di persone, ognuna con le proprie competenze, dovrebbe garantire alla Città del Teatro un’ottima gestione, traghettarla verso un riconoscimento nazionale e internazionale”.
I neo direttori hanno ribadito che la Città del Teatro di Cascina deve essere luogo aperto, capace di intercettare le esigenze della cittadinanza e di offrire spettacoli, concerti, presentazioni, laboratori e attività accessibili. Particolare attenzione va riservata al pubblico e al territorio, studiando attività pensate per uno specifico bacino d’utenza; sono queste attività che permettono di avvicinare e “fidelizzare” il pubblico e la cittadinanza al teatro come luogo che gli appartiene; sono iniziative capaci di lasciare un segno tangibile sul territorio, da legarsi possibilmente anche al lavoro di ospitalità di spettacoli e alle altre attività, coinvolgendo anche realtà locali fondamentali come, ad esempio, le scuole.
Le diverse aree di attività vanno interpretate non come compartimenti stagni ma, piuttosto, come vasi comunicanti in continuo collegamento. Ci vuole curiosità, e ci vuole ascolto, oltre che preparazione e competenza. E’ indispensabile fare riferimento non solo alla propria esperienza, ma anche al contesto specifico per il quale le attività vengono pensate, progettate e, solo alla fine, realizzate. Ci sono diverse “variabili” che devono essere tenute debitamente presenti, tra queste: lo/gli spazi a disposizione e le relative caratteristiche “fisiche” e tecniche, il territorio e il suo pubblico, le tipologie di attività che si intendono sviluppare. Il progetto culturale deve necessariamente essere pensato in modo organico, oggi come oggi la “direzione artistica pura”, intesa esclusivamente come scelta del cartellone, non ha più molto senso, senza tenere presenti specifiche competenze organizzative. Le competenze organizzative devono avere funzione di amalgama rispetto a tutte le attività programmate.
Inoltre, partendo dal presupposto che non esiste una sola tipologia di pubblico, la contaminazione degli spettatori diviene un obiettivo fondamentale del progetto artistico: bisogna dare la possibilità ad un appassionato di prosa di “provare a vedere” uno spettacolo di danza, e viceversa naturalmente, per incrociare un’utenza la più vasta possibile. Teatro significava in greco luogo per le rappresentazioni, ma anche per le assemblee: presuppone una rappresentazione davanti ad un pubblico. Il teatro è nato come luogo di incontro e di confronto, centro della polis in cui il cittadino si riconosce ed elabora un pensiero critico, attivo, e tale era ed è la sua funzione, appunto, sociale.