Condannato a 5 anni di reclusione nel 2009 si era rifugiato a Livorno dove aiutava i connazionali cinesi ad aprire attività in città A finire in carcere un imprenditore cinese in grado di far arrivare dall’Asia nel porto di Genova e non solo ogni mese migliaia di capi di abbigliamento contraffatti che poi immetteva sul mercato. Da qualche tempo si era trasferito a Livorno dove aveva continuato la sue attività illecite.
Tanto importante era il sistema che era riuscito a mettere in piedi un giro di import/export per migliaia di euro. Nel 2009 era stato scoperto dai militari della Guardia di Finanza che avevano sequestrato quasi un milione di abiti e sequestrato anche due capannoni a Montemurlo (in provincia di Prato) dove i capi venivano stoccati e poi distribuiti in tutta Italia.