Pisa, 14 dicembre 2017 – “Data l’imminente chiusura della legislatura, sarebbe stato davvero inutile e pericoloso approvare il Ddl spiagge senza prima aver chiarito e definito alcune questioni a nostro parere fondamentali”. A commentare la decisione del Senato è Fabrizio Fontani del Sindacato Italiano Balneari Sib ConfcommercioPisa. “Tre le questioni che noi consideriamo fondamentali: primo, la necessità di stabilire adeguati criteri per tutelare il legittimo affidamento delle imprese balneari titolari di concessioni demaniali marittime. Secondo: c’è un dato di realtà che non può essere dimenticato, ovvero che su quasi 8000 km di coste in Italia, solo 2.500 sono stati dati in concessione. Su questo punto, l’Agenzia del Demanio non ha ancora mai potuto chiarire la vera necessità di una evidenza pubblica che rimetta a bando le concessioni in essere. Terzo, non è mai stato definito con precisione che cosa si intende per adeguato periodo transitorio per l’applicazione della disciplina di riordino delle concessioni in essere al 31/12/2009”.
“Siamo fermamente convinti che una riforma del settore sia necessaria e opportuna” – prosegue Fontani – “a patto che ci siano condizioni di chiarezza e di rispetto per le imprese e a tutela degli investimenti economici effettuati. Soprattutto è fondamentale una interpretazione adeguata della Direttiva Servizi “Bolkestein”, che prevede di fatto la possibilità riconosciuta alle imprese balneari esistenti di continuare la propria attività e al contempo di liberalizzare aprendo a nuove concessioni”.
“In altri paesi europei sono state trovate soluzioni migliori e di maggiori garanzie” – conclude il rappresentante del Sib – “quello che ci domandiamo è perché non possano essere valide anche per l’Italia, che sotto il profilo storico, geografico, economico e sociale rappresenta una eccellenza del settore. In assenza di risposte certe e di regole chiare mai arrivate, chieste ripetutamente all’attuale Governo in carica e a tutti i soggetti che si sono succeduti, riteniamo preferibile e opportuno rimandare una cosi importante riforma e affrontarla con tempi e modalità di una più ampia e condivisa valutazione”.