Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa sull’assistenza territoriale da parte del Consigliere comunale Stefano Landucci Green Italia-Possibile.
“In città ci sono più di 600 pazienti seguiti in assistenza domiciliare, tra malati terminali e pazienti affetti da patologie croniche. Questo dato è raddoppiato in poco più di un anno. Sono molti i motivi di questa nuova situazione. Il principale e positivo è legato anche a uno degli obiettivi della Riforma del Sistema Sanitario Regionale, che tende a valorizzare il ruolo dell’assistenza territoriale permettendo, ove possibile, una riduzione a carico dell’attività ospedaliera. La bontà di una corretta e significativa assistenza territoriale in una fase dove si osserva un crescente invecchiamento della popolazione, e un consequenziale aumento di patologie croniche, è quindi di facile lettura. E’ necessario però far corrispondere scelte politiche adeguate almeno in due direzioni: quella della prevenzione, e qui siamo tra i fanalini di coda, se pensiamo che spendiamo meno di 1/10 di quanto spendono Germania e Olanda, e quella di un corretto investimento sull’assistenza di comunità, ma anche qui pecchiamo di investimenti, siamo infatti ultimi tra i paesi Ocse in questa speciale classifica.
Ecco perché se non investiamo in prevenzione e assistenza sul territorio, rischiamo di avere solo effetti negativi. In questo senso faccio mia la denuncia di Daniele Carbocci del sindacato Nursid che prima sui quotidiani locali poi, su mio invito, in seconda Commissione Consiliare, evidenziava come all’aumento dei pazienti da seguire in assistenza domiciliare sul territorio pisano pari all’81% in un anno, non ha visto corrispondere nessun aumento di personale infermieristico in dotazione al servizio. Questi i numeri: i pazienti sono passati da 350 a 600, gli infermieri erano 22 e 22 sono rimasti.
Tutto ciò genera un disservizio importante, in primis per le persone seguite in domiciliare, siano esse pazienti terminali, siano persone affette da patologie croniche, ma ovviamente anche per la dignità professionale di chi opera il servizio, costrette a correre da un luogo ad un altro mettendo a rischio la qualità dell’intervento stesso. C’è un altro aspetto da non sottovalutare e che spesso giunge alla cronaca cittadina: vediamo più volte articoli in merito all’intasamento nel nostro Pronto Soccorso, ecco che scegliere di investire soldi e risorse umane sull’assistenza territoriale permetterebbe anche un minor afflusso in emergenza al P.S. stesso che vede in aumento la percentuale di prestazioni non urgenti che potrebbero invece essere gestite a domicilio.
Diamo soldi e risorse umane al servizio territoriale solo così possiamo davvero renderlo funzionale all’intera comunità.”