Siamo nel 1902 quando Guglielmo Marconi, l’inventore della radio, decide di costruire in Italia una stazione radiotelegrafica ultrapotente con l’intento di effettuare collegamenti con le Americhe e con le colonie italiane in Africa Orientale. Si sarebbe trattato della prima stazione intercontinentale in Italia e di una delle primissime al mondo. La scelta cadrà sul sito di Coltano, tra Pisa e Livorno, dove i lavori inizieranno nel 1905. Il risultato farà la storia delle telecomunicazioni. Questo ed altro in uno studio dal titolo “Coltano: the forgotten Story of Marconi’s Early Powerful Intercontinental Station”, pubblicato dalla prestigiosa rivista “Aereospace and Electronic Systems Magazine”, a firma di Filippo Giannetti (in foto), docente di telecomunicazioni al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e grande appassionato della figura di Gugliemo Marconi. “La documentazione su Coltano – spiega Giannetti – è frammentaria e largamente incompleta. Molti testi sono inoltre di difficile reperimento e le ricostruzioni storiche in circolazione fino ad ora presentano spesso numerose inesattezze. Manca insomma una trattazione che sia completa dal punto di vista storico ed al tempo stesso rigorosa dal punto di vista tecnico e scientifico. Ho cercato così di colmare questa lacuna con un paziente lavoro bibliografico di ricerca delle fonti originali, raccogliendo e mettendo numerosi documenti conservati in diversi archivi, sia all’estero, tra cui quelli della Marconi Company, custoditi presso la Bodleian Library, di Oxford, sia in Italia e a Pisa, soprattutto grazie alla disponibilità del personale della biblioteca di Ingegneria. Questo è il primo studio competo sul sito di Coltano basato su documenti esistenti e, cosa estremamente importante, scritto in inglese, il che significa che tutta la comunità internazionale di studiosi potrà adesso averne accesso”. La paziente e rigorosa ricostruzione di un contesto storico chiaro e organico sul sito e sulla palazzina marconiana dove il fisico italiano condusse i suoi esperimenti assume in questo momento un’importanza particolare, dato che la Stazione Marconi, ora in completo abbandono, è appena stata acquisita dal Comune di Pisa con l’intento di costruire un museo delle telecomunicazioni. In questo orizzonte, lo studio di Giannetti riconduce in modo storicamente fondato la scelta di Marconi di costruire una stazione radio ad una strategia di espansione commerciale della Marconi Wireless Telegraph Company in Italia, e ricostruisce in modo dettagliato le motivazioni sia storiche e sia legate alle caratteristiche del territorio che hanno portato il grande scienziato a scegliete proprio Coltano, a partire dall’alta conduttività del suolo, che facilita la trasmissione delle onde radio. Grazie alle sue caratteristiche uniche, la stazione di Coltano superò molti dei record del tempo. “Al momento della sua entrata in servizio, nel 1911, oltre ad essere la prima in Italia –conclude Giannetti – venne salutata dal New York Times come la più potente al mondo, riuscendo a coprire con il proprio segnale circa un sesto della superficie terrestre. Fu inoltre la prima stazione ad inviare un segnale in grado di oltrepassare l’intero deserto del Sahara raggiungendo Massaua, in Eritrea. Infine, è stato attraverso la stazione di Coltano che, dal suo ufficio a Roma, Marconi accese le luci della gigantesca statua Cristo a Rio de Janeiro, il 12 ottobre 1931, in occasione delle celebrazioni per i 439 anni della scoperta dell’America”. Una curiosità che emerge dallo studio di Giannetti è l’esistenza di una stazione “gemella” di quella di Coltano, cioè con la stessa struttura del sistema di antenne, installata nel 1914 della società Marconi nelle isole Hawaii. La parola fine per il sito di Coltano venne decretata dallo scoppio della seconda guerra mondiale, con la totale militarizzazione dell’area e con i bombardamenti e le devastazioni che interessarono tutta l’area di Pisa nell’estate del 1944. La palazzina marconiana e l’intero sito, ora attendono un serio progetto di recupero e valorizzazione.