Sulla vicenda degli esuberi allo stabilimento Vodafone di Pisa, la senatrice del Partito democratico Ylenia Zambito ha presentato un’interrogazione urgente al Governo, indirizzato al Ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso e al Ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti.
“L’interrogazione è relativa al fatto che nella giornata del 12 aprile, Vodafone Italia ha avviato la procedura di licenziamento collettivo per riduzione di personale per un numero di 1.003 addetti su una platea complessiva di 5.598 lavoratori – spiega Zambito -. Dopo due incontri tra organizzazioni sindacali e rappresentanti aziendali in cui si sono registrate profonde distanze tra le parti, Vodafone Italia ha deciso, attraverso l’avvio di questa procedura, di proseguire il suo piano di ristrutturazione aprendo le procedure di licenziamento. Le principali sigle sindacali di tlc continuano a ribadire con fermezza che la crisi sistemica del settore non può essere gestita esclusivamente azienda per azienda, attraverso unicamente misure di incentivazione all’esodo e ammortizzatori sociali. Servono interventi strutturali e sistemici che non sono più ricercabili ed individuabili nella sola contrattazione aziendale”.
“Le eccedenze di Vodafone sembrerebbero non essere determinati dalla carenza di lavoro, ma dalla volontà di ridurre i costi – sostiene la parlamentare Pd -. Emerge, anche, il chiaro intento di andare a colpire in maniera indiscriminata quelle lavoratrici e quei lavoratori, riqualificati eri-professionalizzati per effetto dell’impianto virtuoso della contrattazione di anticipo che ha caratterizzato gli accordi sindacali negli ultimi anni e che adesso risulta superata se non si interviene con vere misure di sistema da parte del governo. Queste scelte comportano gravi ripercussioni economiche e sociali sui territori del nostro Paese, come ad esempio quello di Pisa che sarebbe interessato da un’unità di 92 esuberi che avrebbe un impatto negativo importante nel tessuto cittadino. Pochi mesi fa, in piena campagna elettorale, veniva annunciato dal partito di maggioranza dell’attuale governo un piano incentrato, tra l’altro, su una maggior “efficacia” della Golden power sulle infrastrutture strategiche, ed un maggior impegno di Cassa Depositi e Prestiti”.
“Al Ministro chiedo se sia a conoscenza dei fatti esposti e se non ritenga opportuno attivare con urgenza un tavolo di settore con le parti sociali – spiega – se il Governo non ritenga opportuno indicare alle imprese la sospensione di atti che determinerebbero ulteriori perdite di occupazione e di capacità industriale per concentrarsi, invece, su un piano di rilancio innanzitutto degli investimenti, oltre a sapere se il Governo non ritenga altresì necessario valutare un più incisivo impegno di Cassa depositi e prestiti ai fini della salvaguardia di un settore strategico come quello delle telecomunicazioni”.
“il settore delle telecomunicazioni (tlc) vive nel nostro Paese una grave crisi e manifesta quotidianamente segni di peggioramento – denuncia -, assistiamo infatti perdurante situazione problematica di Tim, che sembra evolvere verso una divisione degli assetti societari dell’azienda con la prospettiva di ulteriori e drammatiche riduzioni del personale, mentre Wind Tre vende la sua infrastruttura di rete per fare cassa più che un piano di rilancio”.
Nel comparto dei customer in outsourcing le aziende più significative persistono nella minaccia di uscita dal contratto tlc, nonostante sia chiaro che ridurre salari e diritti delle lavoratrici e lavoratori non metterebbe in sicurezza il settore dalle politiche “ribassiste” della committenza. “Lo stesso settore tlc, in tutti i paesi tecnologicamente avanzati – prosegue -, è uno dei pochi comparti ancora in grado di coniugare occupazione di qualità nonostante la fase di grande difficoltà che tutto il continente attraversa”.
“Sul versante occupazionale, tuttavia, esso è stato caratterizzato negli ultimi 15 anni dal continuo ricorso ad ammortizzatori sociali, esodi incentivati, tagli nella contrattazione aziendale, perdite di professionalità importanti, e blocco pressoché totale del ricambio generazionale.
la ricetta messa in campo, di recente, dalle principali Telco per gestire gli effetti di un mercato deregolamentato, è quella di dividere l’industria (le infrastrutture di rete) dai servizi. Un’impostazione miope che impoverirà ancor di più il settore,trasformando aziende leader del comparto tlc a meri rivenditori di servizi, i cui azionisti di riferimento non sono neanche italiani”, conclude Zambito.